Manca la presenza in area in almeno due occasioni di un centravanti classico, uno di quei numero nove che attacca la porta senza se e senza ma. Manca come l’aria perché manca il peso specifico di una punta che si trova li dove nè Bonucci nè Chiellini arrivano perché schiacciati da un Napoli che impone in preciso ordine ritmo, qualità e tecnica. Manca quel centravanti che consacra in partite come queste un dominio inequivocabile. Ci pensa Marek a dare senso ad una gara che avrebbe generato rimpianti e mille perché. Mertens è generoso, ma spreca cosi come Insigne che ha bisogno di una sponda fisica più di una volta e non la trova semplicemente perché non esiste. Cosi la difesa della Juve alza il muro con 9 uomini sotto la linea della palla. Iniziano i duelli e le mischie cosi come i calci d’angolo ed i tiri da fuori sprecati. Si contano diciotto (18) tiri in porta. Si conta un possesso palla nettamente superiore degli azzurri. Si contano diciotto calci d’angolo. Numeri, che dicono il vero pur nascondendo il vero problema di un Napoli che domina senza avere quella fisicità e quella fortuna in fase di concretizzazione. Al goal di Khedira risponde Hamsik dopo uno scambio con Mertens. Il Napoli merita perché ha cinque occasioni da rete ghiotte più un paio di palloni che scorrono in solitudine davanti a Buffon con la scritta: cercasi centravanti di razza. Interrogativo inevaso perché quando Sarri decide la stanchezza obbliga cambi non preventivati. Rimane cosi in gola l’urlo di una meritata vittoria che si spera rinviata a mercoledi. Il Napoli domina, la Juve soffre. Basta un soffio di vento. Arriverà mercoledi, si spera.
a cura di Alessandro Tullio