Il Mattino – Gianluca Vialli: “Higuain? Domani sera non vorrei essere nei suoi panni, ma non è un traditore”

L'ex calciatore di Juve e Samp: "Se Hamsik gioca come sa il Napoli vincerà"

«Higuain è tra i più forti centravanti, ma domani non vivrà una serata semplice: un conto è affrontare i fischi di uno stadio che ti teme, un altro i fischi di uno stadio che ti ha amato e ora ti odia e dove fino a poco tempo fa andavi sotto la curva a saltare e cantare». Gianluca Vialli e Napoli-Juventus. Un’analisi a tutto campo, senza tralasciare gli attori protagonisti, da parte dell’ex attaccante di Sampdoria e Juventus, ora commentatore per Sky Sport. Si parte dal Pipita, certo, per arrivare fino ad Hamsik e Buffon. E nel mezzo ci sono mille aspetti tattici, tante sfumature psicologiche. Perché la sfida tra azzurri e bianconeri è un pentolone bollente con dentro una infinità di ingredienti e i mille sapori. Tutti gustosi e piccanti. Ecco quanto detto nell’intervista a “il Mattino”.

Vialli, sarà una notte speciale per Higuain? «Non lo invidio. Non è una partita facile per lui, non credo che possa trovare stimoli positivi quando toccherà con mano il clima ostile del San Paolo».

Magari l’argentino può trovare motivazioni straordinarie dal fatto di giocare contro un intero stadio? «Non credo. Se vai in un posto dove sei temuto e dove ti insultano o ti fischiano perché hanno paura di te, allora ti carichi a mille. Ma quando va via da un posto dove eri il più amato di tutti, un idolo, e nel modo con cui è andato via Higuain, quando capisci che quell’amore si è tramutato in altro, o sei un robot o dentro scatta un tumulto di emozioni che non aiuterà certo a giocare nel migliore dei modi».

A lei è mai capitato? «Sono tornato spesso a Marassi con la Juve ma i tifosi della Sampdoria mi hanno sempre rispettato proprio perché il mio addio è stato assai diverso da quello di Higuain. Mi fischiarono a Cremona, però: ma lì fu per un altro motivo. Mi accusavano di aver sbagliato un rigore contro il Cesena di Lippi perché Marcello era mio amico. E con quell’errore avrei favorito i romagnoli nella lotta per la retrocessione in cui erano impegnati proprio con la Cremonese».

Qui è diverso, per molti a Napoli Higuain è un vero traditore. «Non mi piace questa parola, neppure quando la usano i tifosi. I giocatori in fondo sono proprio come le società: curano la propria immagine e si preoccupano del proprio brand. Sono della aziende, e come tali egoisti. Esattamente come i club».

Il Pipita è davvero il più forte? «È fortissimo. L’ho incontrato a Milano e glielo ho confidato: ho il sospetto che con la 9 della Juve tu sia quasi più forte di me. Ma è solo ancora un forte sospetto (ride, ndr)».

Può riaprire il discorso scudetto la partita di domani sera? «Sì, direi proprio di sì. Il calendario delle prossime settimane è piuttosto complicato per la squadra di Allegri. C’è il Barcellona, c’è l’altro scontro diretto con la Roma all’Olimpico. C’è un discreto cuscinetto tra la Juve e le inseguitrici, però una caduta al San Paolo può riaprire i giochi per il primo posto».

Chi avrebbe votato per la Panchina d’oro? «Dipende da quello che è il criterio: contano i successi o la bellezza del gioco? Perché i trionfi della Juve di Allegri sono straordinari ma evidentemente la qualità delle prestazioni del Napoli hanno messo in secondo piano l’importanza delle vittorie. Ed è per Sarri un grande merito».

Deve avere dei rimpianti il Napoli per l’andamento in campionato? «No. Dei passaggi a vuoto ci sono stati ma a rendere forte gli azzurri quest’anno è stata la continuità del rendimento. Poi è ovvio avere dei cali quando giochi la Champions e non ne sei abituato perché non vi partecipi ogni anno. Perdi mezzo punto qua, mezzo punto là e alla fine questa è la classifica. Però è anche il cammino strepitoso della Juventus a ridimensionare le stagioni degli altri».

Si aspettava questa esplosione di Mertens? «Il belga ha una predisposizione a imparare e a una grande velocità ad apprendere. Si è rimesso in discussione a 30 anni. Ma non sono sorpreso dal suo boom: io penso che se mettessi Caressa ad allenarsi con Sarri per un mese, alla fine qualche gol lo farebbe pure Fabio in una simile organizzazione di gioco».

Che tipo di gara si attende? «Il Napoli ha un solo volto, il suo 4-3-3. La Juve no: domani non deve sbagliare nulla a centrocampo. Credo che giocheranno con Pjanic, Marchisio e Khedira: e Allegri dovrà pretendere massima concentrazione perché se uno non è attento, il Napoli la palla non la fa vedere e non la fa prendere mai».

Meglio avere un solo volto o più di uno? «Se uno ha un sistema di gioco collaudato, consolidato e che esalta le capacità dei propri uomini, giusto che siano gli altri ad adattarsi… io pure preferisco chi cambia il meno possibile anche nel corso della partita proprio come fa Sarri».

Non è più semplice per Allegri preparare la gara sapendo già come giocherà il Napoli? «E più facile che Allegri sorprenda con le sue scelte ma è anche più facile che possa sbagliarle. Avere tante alternative qualche volta può essere un problema».

Le due gare a distanza di tre giorni si influenzeranno? «No, saranno a compartimenti stagni. E serviranno a capire le priorità della Juve: la Coppa Italia è l’ultimo dei pensieri, sapendo che dopo sette giorni ci sarà la Champions e la sfida al Barcellona».

Che cosa si augura per la gara di domani? «Tanto spettacolo e nessuna polemica arbitrale».

Negli ultimi tempi contro la Juve sembra un classico, però… «Tutti sono convinti di subire dei torti arbitrali e che la Juve sia sempre quella favorita. Se si entra in uno spogliatoio di una squadra, troverete sempre giocatori sicuri di essere stati danneggiati dalle decisioni arbitrali. Anche negli spogliatoi di quelli che vincono. Questo serve per dare carica. Ma la squadra più forte, proprio essendo la più forte, si guadagna sul campo delle decisioni a suo favore, proprio perché sei la più forte. Io con la Samp ho avuto rigori a favore contro Juve, Inter e Milan e lo stesso succedeva al Napoli di Maradona. Eravamo i più forti, e nel dubbio essere i più forti fa la differenza».

Però lei è stato critico per il rigore al 97′ di Juve-Milan. «Perché il rigore in quel momento si dà se è grosso come una casa. E non lo era: io non l’avrei dato».

Gli uomini chiave di domani?
«Si dice che Hamsik sia un fenomeno ma che non incida in certe gare importanti. Io dico che se Hamsik fa Hamsik, il Napoli batterà la Juve. Ma occhio a Buffon: è intramontabile. E le vittorie, come spesso succede, si costruiscono da lì, da dietro».

Vialli, questa Nazionale le piace? «Dopo il Brasile ci siamo accorti che avevamo saltato una generazione ed è stato il momento in cui abbiamo toccato il fondo e a quel punto abbiamo dato fiducia ai giovani. E in tanti, come Insigne, Belotti, Immobile, stanno dimostrando che era giusto dargliela».

La Redazione

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