Ha giocato di qua e di là, vincendo lo scudetto sia a Napoli che a Torino. Ma nemmeno a Massimo Mauro è capitato di affrontare due partite decisive in 72 ore contro la stessa squadra.
Per giunta un doppio Napoli-Juventus. «Immagino uno spettacolo divertente per chi sarà allo stadio o sul divano di casa. La lunga vigilia promette molto bene».
Rivalità a parte, solo sterili polemiche questa volta. O è troppo presto?
«Parliamo di due squadre grandissime, le migliori del campionato. Non si faranno condizionare da fattori esterni».
Juve tranquilla nonostante l’inchiesta che coinvolge il presidente Agnelli?
«Non entro nel merito della questione ma sai cosa se ne fregano i calciatori di una storia che riguarda le curve e i biglietti? Zero».
Il count-down è iniziato lunedì a Coverciano: la panchina d’oro è andata a Sarri.
«Io avrei votato Allegri, perché chi vince ha sempre ragione. Nel calcio, come nello sport in generale, è fondamentale arrivare primi. Se poi vogliamo discutere sulla bellezza estetica del calcio, allora dico Sarri».
È sempre un estimatore del napoletano?
«Assolutamente sì. Però ci sarà una ragione se Allegri per il secondo anno gli è davanti in classifica».
Quale sarebbe questa ragione?
«Napoli-Real Madrid dice tutto. Mezzora iniziale splendida, poi al primo contropiede Ronaldo prende il palo. In vantaggio, gli azzurri dovevano difendere l’uno a zero e non cercare subito il raddoppio. Per me Sarri resta un tecnico straordinario però deve migliorare nella lettura della partita, non si può giocare novanta minuti mille all’ora, bisogna saper essere più sporchi, più cinici».
Come fanno i bianconeri?
«Esatto. Per loro vale il discorso opposto. Vengono accusati di essere poco spettacolari ma intanto sfruttano le debolezze altrui, capiscono quando è il momento di far male e quando invece bisogna controllare la gara».
Se lo immagina Sarri sulla panchina della Juventus?
«È talmente bravo che lo vedrei su qualsiasi panchina. Basta vedere come ha trasformato Higuain e Mertens».
Come si spiega l’eterno distacco tra Juventus e Napoli?
«Sul campo con il rendimento della fase difensiva. Sono troppi i gol subìti dagli azzurri».
È una questione di differenza di valore tra i singoli?
«Reina è un signor portiere, però il numero uno di una squadra che vuole vincere, non deve sbagliare mai. Koulibaly paga la fatica della coppa d’Africa, qualche errore lo ha commesso pure Albiol: tra le due difese, quella bianconera è nettamente più forte».
E fuori dal campo?
«La mentalità, innanzitutto. Non ho mai sentito dire da De Laurentiis: voglio vincere, ho la squadra per farlo. Per non parlare dello stadio: essere proprietari di un impianto si traduce in classifica con 7-8 punti in più. Con i tifosi che si ritrova, il Napoli potenzialmente potrebbe guadagnare un vantaggio enorme».
Doppia sfida al San Paolo in tre giorni: chi è favorito? Partiamo da domenica.
«È decisiva per il Napoli perché alla fine Allegri porterà a casa anche questo scudetto. Ma chi vince la prima è sfavorito nella seconda, ci sono in gioco enormi risorse fisiche e nervose».
Rimonta possibile in coppa Italia?
«Nella partita secca dico sempre Napoli. Il problema è che dovrà segnare due reti a una super difesa, senza subirne».
Chi potrà decidere le due partite?
«Il Napoli a centrocampo ha due giocatori che Allegri non possiede: Jorginho o Diawara sono due elementi con caratteristiche specifiche che possono dar fastidio al gioco dei bianconeri».
Scontato concentrarsi sul duello tra Higuain e Mertens?
«Loro due sono i capolavori di Sarri, comunque i finalizzatori di due tipi di gioco completamente diversi tra di loro».
A proposito di Higuain, se fosse al suo posto come si comporterebbe?
«Non mi aspetterei certo applausi. Verrà giustamente fischiato perché è finita una storia molto intensa e bella, ai napoletani non interessa sapere di chi è stata la colpa. Ci sono rimasti male».
Fonte: Il Mattino