Un tradizionalista, il Pipita. Famiglia, amici, abitudini. Difficilmente transigeva o mutava oi suoi appuntamenti, anche quelli con i giorni della settimana. Uno era dedicato alle cene, quelle prima del gol, forse ritenute beneaguranti. Si tenevano al giovedì, erano il “giovedì del Pipita”. Scrive il Corriere dello Sport:
“Higuain, del resto, è uno che alle tradizioni tiene molto: la famiglia, certo, ma anche gli affetti. Pochi, pochissimi, selezionati al millimetro. Però inevitabili: come le cene del gol. Le cosiddette cene portafortuna: tra le 20.30 e le 21 di ogni giovedì, cascasse il mondo, il Pipa si accomodava ad un tavolo di Terrazza Calabritto, da Enzo Politelli – coordinatore di casa Italia alle Olimpiadi in Brasile – a due passi dal Lungomare, e con i due soliti compagni d’avventura cominciava il personale rituale verso la prossima rete. Unica deroga, l’anticipo di ventiquattro ore: mercoledì se la partita era sabato, giovedì se invece si giocava domenica. A proposito: dopo il San Paolo, altrettanto fissa era la cena al Borgo Antico di Santa Lucia, mentre la pizza a pranzo andava in scena da Regina Margherita. Sul mare. Per la carne si affidava alla Braceria Bifulco di Ottaviano, mentre il sushi era Jap One a Chiaia o J Japanese a Portici. Il pub, ancora a Chiaia, Sand. Nel carnet anche due stellati: Taverna Estia di Brusciano e il Comandante, zona porto. A Napoli, tra l’altro, il Pipita scopre anche il gusto del vino: soltanto rossi d’annata, soprattutto riserve d’Amarone”