La sosta del campionato per gli impegni della nazionale di Ventura, hanno favorito le chiacchiere su vicende che, talvolta, hanno esulato dal rettangolo di gioco. La notizia più importante riguarda il Napoli ed il suo allenatore Maurizio Sarri fresco vincitore della panchina d’oro. Il riconoscimento tributato al tecnico nativo di Bagnoli premia il suo incessante lavoro sul campo. Per sole due preferenze in più, Sarri ha superato il suo collega Allegri a cui non è bastato, evidentemente, lo scudetto vinto un anno fa, dopo un’incredibile rimonta e quello che virtualmente sta per conquistare quest’anno, prima di congedarsi dalla Juve, stando alle chiacchiere di calcio mercato. Un premio assegnato badando alla sostanza, assegnato da altri allenatori che non si sono fermati al risultato ma hanno apprezzato il lavoro svolto con la squadra a cui Sarri ha dato una fisionomia ben delineata. Volendo guardare un po’ più in là, il testa a testa Sarri-Allegri nella corsa alla panchina d’oro ha aperto ufficialmente la quattro giorni di Napoli-Juve che rappresenta l’argomento principe di cui parlare nella città partenopea. Domenica e mercoledì prossimi, azzurri e bianconeri si sfideranno prima in campionato e poi nella semifinale di ritorno di coppa Italia e se gli ospiti partiranno con i favori del pronostico, gli uomini di Sarri faranno di tutto per regalare una doppia gioia alla gente che gremirà il San Paolo e che sembra già pronta a fare il ‘dodicesimo uomo in campo’. In settimana non si è parlato solo di Napoli-Juve e di panchina d’oro e non sono mancate le polemiche, spesso costruite di sana pianta, per i rientri anticipati di alcuni calciatori di Allegri dalle rispettive nazionali. Da Higuaìn graziato da una squalifica che gli ha risparmiato le alte quote boliviane a Barzagli, congedato da Ventura per motivi personali e pizzicato in una discoteca di Riccione. Polemiche che, se non fossero esasperate, potrebbero mettere il giusto pepe alla doppia sfida. A catturare le attenzioni dei tifosi è anche e soprattutto l’indagine tuttora in corso sui rapporti tra la famiglia Agnelli ed alcuni esponenti della criminalità calabrese, evidentemente ben radicata nel capoluogo piemontese ed in tutto il nord. Tralasciando di sottolineare che le mafie, generalmente intese, non sono solo questione del meridione d’Italia (…lo dicono i fatti!…), dai particolari che stanno via via emergendo, si delinea una situazione raccapricciante. Nonostante la stampa del nord stia facendo l’impossibile per tenere la proprietà della Juventus fuori da ogni vicenda, i rapporti tra la la proprietà bianconera ed alcuni tesserati (è stato tirato in ballo Antonio Conte) e la frangia malavitosa del tifo bianconero sembra essere cosa vera. Premesso che nessuno è colpevole fino a prova contraria e che siamo d’accordo sul fatto che, se del caso, l’indagine dell’antimafia non deve fermarsi al binomio Juventus-Ndrangheta, ci chiediamo cosa ne pensano quelli che, qualche anno fa, delinearono gli scenari più fantasiosi quando un esponente della camorra fu avvistato a bordo campo del San Paolo, invocando sanzioni e penalizzazioni per il Napoli. Se di Genny ‘a carogna ancora si parla, tacendo viceversa sulla mano armata e razzista che stroncó la vita di un ragazzo napoletano arrivato a Roma solo per amore della squadra del cuore, dell’indagine torinese se ne parla giusto l’indispensabile. Francamente, credo che l’esito della vicenda sia già scritto: la Juve ne verrà fuori più forte di prima, agli Agnelli bisognerà chiedere scusa per il disturbo ed i tifosi si sentiranno ancora una volta vittime di un complotto, il secondo (…a loro dire…) dopo calciopoli. A chi come noi ama il calcio, resterà il disgusto per una vicenda torbida che niente ha a che vedere con il gioco più bello del mondo di fronte alla quale si conferma l’arroganza del prepotente, attorniato da guardie del corpo armate di ‘carta penna e calamaio’, pronte a fare da scudo contro le accuse, anche a costo di rinnegare se stessi. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni