Retroscena – De Laurentiis e una pazza idea

Mezzogiorno e mezzo di fuoco, con la rivoluzione che viene cotta a fiamma lenta, mentre De Laurentiis è un vulcano: febbraio 2015, quando nasce l’idea, da far rosolare sulla brace, nel tempo, lasciando che intorno s’alzino nuvole di fumo in cui far perdere le tracce della propria idea. Milan-Empoli è il «lunch match», come ormai si usa dire, ed arriva dopo che la notte ha cominciato a portar consigli: Palermo 3, Napoli 1 sa di certificazione d’un disagio collettivo, induce a profonde riflessioni, spacca il futuro e invita a catapultarsi sulla panchina, per industriarsi a scovare l’erede di Rafa Benitez. E’ una domenica diversa, con dentro il sospetto d’essere ormai fuori dalla Champions e con l’urgenza di intervenire però senza lasciarsi travolgere dall’ansia: Benitez è – sarebbe – la continuità, ma il divorzio pare annunciato; c’è Mihajlovic che ha raccolto un discreto gradimento, c’è Emery che sta stupendo con il Siviglia, ma c’è l’Empoli che gioca a San Siro e ruba l’occhio, la scena e la curiosità di chi ha in sé la capacità di osare, d’andare controcorrente, di sfuggire alle dinamiche «paleolitiche» d’un calcio ritenuto antico.

L’IDEA

De Laurentiis scruta e memorizza, lasciando sedimentare i ricordi e facendosi stuzzicare da quella squadra tutta verticale e sfrontata che va alla Scala del Calcio e l’ha catturato: «Ahò, ma come giocano?». Sono flash che riemergono, prepotenti il 30 aprile, due mesi e mezzo dopo, quando l’Empoli strapazza il Napoli e ne consegna le macerie nella penombra che serve a De Laurentiis per defilarsi: resiste ma con sempre minori certezze Mihajlovic, e quando Benitez – dopo che con la Lazio il rigore sbagliato da Higuain ha definitivamente frantumato l’illusione – decolla verso Madrid, sull’aereo a fianco c’è De Laurentiis che da Capodochino percorre la stessa rotta per conoscere Emery, per sgretolare gli ultimi dubbi che lo conducono a Sarri.

Fonte>: CdS

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