Napoli doubleface: la difesa dai due volti

E’ il Napoli doubleface, e bisognerà farsene una ragione almeno sino a prove contraria: trentadue gol sin qui, in campionato, per Reina (la quinta difesa), altri quattordici in Champions, poi quattro in coppa Italia, però pure una capacità di resistenza accertata contro attaccanti di spessore (zero gol dall’Inter e dalla Fiorentina) e meglio ancora contro avversarie più facili da domare.

LA TENDENZA

E’ andata così e così, recentemente, e quando sembrava che il Napoli fosse riuscito a trovare la contromossa ad i suoi difetti, le fatali distrazioni hanno rovinato l’inversione di tendenza che pure s’era avvertita: all’Olimpico di Roma, la perfezione è crollata al 44′ della ripresa e, non ci fosse stato Reina subito dopo, protagonista di una parata formidabile, il pomeriggio sarebbe divenuto rovinoso; a Empoli, dopo un primo tempo senza macchia, s’è staccato l’interrutore e sono arrivate la punizione di El Kaddouri ed il rigore di Maccarone. E’ dal 4 marzo che il Napoli non prende gol su azione, da Strootman, però fanno statistica anche le palle inattive, come quelle della notte di Champions, che inducono a «rosicare».

IL GAMBERO

Il paradosso, e c’è tutto, è nella differenza netta tra una stagione (la prima di Sarri) e l’altra (la seconda) d’una difesa sostanzialmente eguale, perché gli interpreti principali non sono cambiati: il primo Napoli, quello del 2015-2016, chiuse la sua recita con 39 gol in 48 partite, una media di 0,81 a partita, incoraggiante assai per chi per i dodici mesi precedenti s’era «analizzato» in vari modi, senza trovar argine ai propri difetti (con l’ultimo Benitez, 73 reti nelle 59 gare, al ritmo di 1,24 per giornata).
E per fortuna di Sarri che contro il Palermo, il Genoa (due volte), l’Empoli, l’Inter e il Cagliari, la Dinamo Kiev e la Fiorentina (in Coppa Italia) hanno sbarrato l’uscio.

Fon te: CdS

 

DiufesadoppiafacciaNapoli
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