In A comanda la Toscana: Allegri, Spalletti e Sarri guidano le prime tre squadre di serie A. E oggi a Coverciano, quartiere sud est di Firenze, verrà assegnata la «Panchina d’oro»: in lizza in particolare ci sono gli allenatori di Juventus e Napoli. Per Corrado Orrico, toscano di Massa, «chi vince ha sempre qualche chance in più». L’ex allenatore di Udinese, Inter, Avellino ed Empoli si esprime sui loro colleghi regionali in un’intervista a “il Mattino”.
Chi meriterebbe il premio tra Allegri e Sarri? «Due ottimi allenatori, meriterebbero entrambi di aggiudicarsi il riconoscimento. Penso che alla fine la spunti chi ha vinto, ovvero Allegri: si potrebbe dire che si è imposto alla guida della più forte, ovvero la Juventus, ma non è mai facile prevalere sugli altri ed è comunque un titolo di merito. Prima o dopo toccherà anche a Sarri, vincere qualcosa e quindi anche il premio».
Inizia la settimana che condurrà a Napoli-Juve, duello anche tra i due tecnici: Orrico come li definirebbe? «Sarri è più ideologico, Allegri più plastico. L’allenatore del Napoli è più caratterizzante, conferisce più identità alle proprie squadre. Sviluppa un calcio geometrico, con uomini raccolti in pochi metri sia in fase difensiva che offensiva, chiede ai suoi di recuperare subito palla quando si perde il possesso e di ricompattarsi. Obiettivamente il Napoli appaga la vista degli appassionati di calcio, offre un gioco piacevole, fatto di passaggi a due tocchi, di densità, di smarcamento. È molto bello da vedersi».
Allegri però vince anche cambiando spesso modulo. «L’allenatore della Juve è costretto, per così dire, a far giocare la sua squadra secondo i criteri delle soluzioni individuali, basandosi molto sul valore dei singoli che è molto elevato. Su queste fondamenta cambia anche molto gli uomini e i moduli. Ed è ovviamente molto preparato».
Ci pare di capire che a Orrico piaccia più Sarri. «Ad un uomo di campo non può che appagare più il suo calcio, ammiro il lavoro di Maurizio. Tuttavia apprezzo molto anche Allegri. Si basa sulle sortite dei suoi fuoriclasse ed anche io al suo posto, con questa Juve, farei lo stesso. Mentalmente ma anche tecnicamente non si potrebbe fare altrimenti. Ha la migliore difesa della A e da questo parte per impostare e vincere le partite».
Tra il Napoli di Sarri e la Juve di Allegri sin qui l’ha spuntata la seconda. «Al di là della forza dei bianconeri, il loro tecnico ha miscelato più forze e uomini, avendone di più e migliori in organico. Lo scorso anno, per esempio, il Napoli di Sarri è arrivato di questi tempi in debito di forze nervose più che fisiche. A centrocampo Allan, Jorginho e Hamsik, per il calcio dispendioso che richiede Maurizio, con schemi ripetuti anche in allenamento, non presentavano più freschezza mentale, come se tendessero ad appagarsi. Ora invece c’è più scelta in mediana, con diversi calciatori forti e giovani, e infatti il Napoli non è nelle condizioni dello scorso anno».
Si può vincere con il calcio di Sarri? «Sì. Avrei voluto vedere il Napoli di Sarri di quest’anno più Higuain, ovvero una squadra rinforzata con i 4-5 elementi arrivati in questa stagione tra difesa e centrocampo più un grande attaccante come l’argentino, o un suo pari. In questo modo avrebbe vinto il campionato».
E Allegri può vincere la Champions? «Non sarà facile. In serie A la Juve è la più forte e certe carenze a centrocampo non si notano. In Europa anche Pjanic e Khedira concedono qualcosa nel dinamismo, nel recupero palla, in fase passiva Certi varchi in Champions non si possono concedere».
Nel doppio Napoli-Juventus che ci attende, chi vede favorita? «Chi segna per primo. Sarà banale ma è così. Se la Juve riuscirà a sbloccarla allora per il Napoli sarà difficile, perché i bianconeri quasi mai si fanno rimontare e difendono benissimo. Lo stesso dicasi per il Napoli: se segna per primo potrà esprimere con maggiore scioltezza il proprio calcio. Sono partite difficili da decifrare, di certo per la Juve sarà molto dura al San Paolo, il Napoli si esalta dinanzi al proprio pubblico».