Una sola rete subita nelle ultime tre partite: oltre che nei gol di Coda la rinascita della Salernitana sta soprattutto nella maggiore solidità difensiva. Nel girone di ritorno i granata hanno subito sette gol in dieci gare con una media di 0,7 decisamente inferiore rispetto alla media del girone di andata, che è stata di 1,2 a partita. Dunque, la gestione Bollini ha creato le premesse per una netta inversione di tendenza. «Ora la squadra riesce a fare in gara ciò che è capace di esprimere in allenamento», ha spiegato il tecnico mantovano dopo la vittoria ottenuta a Chiavari. In particolare la Salernitana proprio durante il girone di ritorno è
riuscita per due volte a non subire gol in due gare consecutive: contro Novara e Vicenza e più recentemente contro Brescia e Virtus Entella. La solidità difensiva e la ritrovata vena realizzativa da parte di Coda spiegano, quindi, la rimonta granata.
SOLIDITA’. Ma cosa c’è alla base di questa migliore tenuta difensiva della squadra? I fattori sono diversi. A cominciare dai calciatori schierati. Nelle ultime tre gare Alberto Bollini ha insistito sempre sulla stessa linea difensiva. Una linea a quattro, ma del modulo diremo dopo. Contro il Benevento la retroguardia era composta da Perico, Tuia, bernardini e Bittante (Vitale era squalificato). Nella vittoria partita interna col Brescia in difesa hanno giocato Perico, Tuia, Bernardini e Vitale. Identica la linea arretrata schierata a Chiavari contro la Virtus Entella. Il rientro di Bernardini è stato decisivo, così come la crescita di Tuia. Ma sulla tenuta difensiva della squadra sta incidendo anche il modulo. Bollini, dopo aver provato a lungo il 3-5-2, è tornato al vecchio amore, il 4-3-3. E così, adesempio, Perico è tornato a fare l’esterno, ruolo a lui decisamente più congeniale.
CENTROCAMPO. Ma c’è di più. Bollini sta insistendo su un centrocampo molto muscolare e granitico, dove Minala, Odjer, Ronaldo, Zito e Busellato si alternano con rendimento più o meno analogo. Una mediana così solida protegge molto la difesa assicurando il filtro necessario. Minala, fortemente voluto da Bollini, si sta rivelando un elemento molto prezioso. Zito, se non fosse incappato nelle due ingenue ammonizioni rimediate lunedì scorso a Chiavari, costategli l’espulsione ed un turno di squalifica, stava facendo davvero molto bene. Busellato, motore del centrocampo granata, è al palo per un infortunio e ieri, alla ripresa, si è sottoposto (con Mantovani) ad un lavoro atletico specifico. Forse l’unico che ancora non sta rendendo come dovrebbe e potrebbe è Odjer.
IDENTITA’. Insomma, questa Salernitana sembra avere finalmente un’identità ed un’anima. Il periodaccio coinciso con la sconfitta di Trapani e quella interna con la Spal ha ricompattato il gruppo. Bollini ha avuto il grande merito di fare il pompiere quando è stato necessario e di essere il puntuale motivatore quando si è accorto dell’esigenza di stimolare questo o quel calciatore. Il risultato è un gruppo nel quale nessuno è indispensabile ma tutti si sentono pronti a dare il proprio contributo ai compagni. Un esempio? Improta. Nel finale di gara a Chiavari l’ex genoano è stato preziosissimo, correndo a più non posso sulla destra e facendo, con la squadra granata in dieci, più il difensore che l’attaccante.
FINALE. A sei punti dalla zona play off, la Salernitana deve ora concentrarsi innanzitutto sull’obiettivo salvezza. Domenica all’Arechi arriverà l’Ascoli, poi sette partite in quattro settimane di cui quattro in casa (contro Cittadella, Latina, Bari e Frosinone) e tre in trasferta (Pisa, Ternana e Pro Vercelli). La salvezza sembra a portata di mano, ma servirà la Salernitana delle ultime tre gare. Oggi pomeriggio allenamento all’Arechi a porte chiuse.Corriere dello Sport