Huffington Post – Agnelli incastrato da un’intercettazione che lo inchioda

Andrea Agnelli, nella bufera per le indagini sui suoi presunti rapporti con Rocco Dominiello, figlio di un boss della ‘ndrangheta, sembrerebbe sia stato incastrato da un’intercettazione telefonica mentre parlava con l’addetto alla sicurezza della Juve, Alessandro D’Angelo. Questa intercettazione, riportata dal sito Huffington Post, sarebbe in completa contraddizione con quello che Agnelli e l’avvocato della Juventus hanno dichiarato in conferenza stampa. Come riporta Huffington Post, entrato in possesso del un documento in cui il Procuratore della FIGC Pecoraro afferma che “non solo Agnelli fosse consapevole dei rapporti strutturati e delle concessioni fatte in favore dei gruppi del tifo organizzato e di esponenti malavitosi, ma che acconsentiva a tale condotta”. Pecoraro allega quindi un’intercettazione in cui Agnelli è a colloquio con il responsabile sicurezza della Juve Alessandro D’Angelo, in cui si parla chiaramente di un incontro tra Agnelli, Dominello e altri ultrà presso la Lamse SpS, holding controllata dallo stesso Agnelli. La conversazione risale all’agosto del 2016, e Agnelli racconta: “So che erano lì…io ogni volta che li vedevo, quando li vedevo a gruppi facevo scrivere sempre le cose sui fogli, perché nella mia testa era per dargli importanza che scrivevo quello che dicevano”. Più avanti Agnelli si riferisce alla rivendita di biglietti forniti dalla società: “loro comprano quello che devono comprare, a noi ci pagan subito e poi gestiscono loro!”.

Il problema è che questo – dice Agnelli riferendosi al capo ultrà Loris Grancini – ha ucciso gente”. D’Angelo replica che “ha mandato a uccidere”. Si tratta di intercettazioni risalenti al 2014. Un’intercettazione che potrebbe inchiodare il presidente della Juventus Agnelli.

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