Nessuno crede che stamani il Benevento assuma già la forma di quello che affronterà il Trapani sabato sera. Baroni cambia i dettagli dell’allenamento settimanale e fa giocare questa mattina ai suoi un’amichevole
con la formazione Primavera allenata da Giovanni Ignoffo. Appuntamento alle 10 a Paduli, test senza veli, cancelli aperti. Un motivo di più per coprire almeno in parte la sua creatura. Tutti si attendono qualche cambio, lo chiedono i tifosi, lo chiede questa piccola crisi che attanaglia la strega e che le ha fatto conquistare la miseria di due punti nelle ultime cinque partite.
I primi conti il tecnico giallorosso dovrà farli con l’infermeria: Lopez continua a fare lavoro differenziato, Puscas svolge lavoro di riabilitazione lontano da Benevento, Cragno ha appena iniziato il recupero dopo l’intervento al menisco. Di Padella e Bagadur, assenti venerdì a Perugia, bisognerà valutarne la condizione. L’abbondanza è come sempre solo nel reparto centrale ed è lì che, dopo le ultime non esaltanti prestazioni, bisognerà scegliere i giallorossi chiamati a svolgere il ruolo di motore della squadra. Non dovrebbero esserci dubbi sul modulo: Baroni ha spiegato la settimana scorsa che il solco tracciato dal 4-2-3-1 si cambierebbe solo in caso di necessità. Che in questa settimana non sembra esserci. Il tecnico vorrebbe ritrovare gli antichi equilibri, crede nella sua squadra, la vede viva e vuole assolutamente ripartire. «In questo momento una goccia ci bagna», disse la settimana scorsa. Sottolineando che ogni minimo errore lo si paga a caro prezzo. Un motivo in più per mantenere l’allerta contro un avversario che la classifica presenta come uno dei meno competitivi, ma che invece attraversa un momento eccezionale di forma. Il Trapani arriva al Vigorito non solo dopo il 4-0 rifilato al Bari, ma dopo quei 16 punti conquistati nel girone di ritorno che sono già più di quelli fatti nell’andata (i giallorossi ne hanno conquistati 12). Il Benevento ha bisogno di ritrovare lo smalto dei tempi migliori, insieme ad antichi meccanismi: un centrocampo svelto di pensiero e senza fronzoli, quella catena di destra (Venuti-Ciciretti-Falco) che ha fatto la differenza in tante partite del girone d’andata, lo spirito di battaglia che è sembrato scemare nelle ultime uscite. Corriere dello Sport