Il mercato è una roulette: perché dipende anche un po’ dal caso, dal momento, da una serie di intrecci che non sono (sempre) prevedibili. Ma il mercato è anche altro: è memoria, è aggiornamento, è un passato che può tornare, ed è successo per esempio con Mertens, scovato negli archivi di quel tempo e trattato quando ormai c’erano le condizioni giuste. Il mercato del Napoli è complicato tecnicamente, perché rinforzare una squadra da ottanta punti richiede interventi (chiaramente) mirati; e poi è pure strategicamente complesso, perché c’è un gruppo giovane che ha bisogno di fiducia, che non può essere «soffocato». Il resto appartiene a dinamiche che diventano sfuggenti. Ma c’è il Progetto, ed è palpabile: un percorso che in tredici anni ha portato dalla C alla Champions, sette anni in Europa, due coppe Italia, una Supercoppa, un ruolo nell’élite che si è trasformato in Status e comunque scelte «diverse», coraggiose ed illuminate, che hanno allungato gli orizzonti attraverso gli acquisti degli Hysaj, i Rog, gli Zielinski, i Diawara, i Milik, sistemati al fianco di ciò che c’era – mica poco – i Callejon, i Mertens, gli Insigne, i Ghoulam, gli Hamsik. Ma il calcio ha fretta, esigenze che si modificano rapidamente e in quell’Idea che prevede – in teoria – la necessità di scovare un esterno difensivo (destro che sappia giocare a sinistra) e uno offensivo, va adesso inserita anche l’opportunità di aggiungere un centrocampista: ce ne sono già sei, con le proprie caratteristiche, però è impossibile prevedere le evoluzioni più immediate e, ecco una verità sommersa, il nome di Mateo Kovacic (che ha comunque appena 23 anni) è rimasto «inchiodato» nel data base.
Fonte: CVdS