Insigne chiama De Laurentiis: un messaggio chiaro quello lanciato dall’attaccante di Frattamaggiore al presidente azzurro. Lui vuole continuare a giocare nel Napoli ed essere sempre più una bandiera. Ma ora attende un segnale dal patron. Sul tavolo c’è il rinnovo del contratto in scadenza del 2019, ancora tutto da definire. Insigne piace a tanti club in Premier League (Arsenal e Chelsea) e in Liga (Atletico Madrid), oltre che in Italia (Inter e Milan): è tra i talenti italiani più forti in circolazione ma non è attratto da altre sirene. Lui vuole il Napoli ma adesso viene allo scoperto.
«Il primo incontro non è andato benissimo ma dal primo giorno ho sempre lavorato, fino a quando sarò a Napoli darò il massimo. Per i rinnovi ne parlano gli agenti. Io ho dato la mia piena disponibilità al presidente, spero la accolga», ha detto ai microfoni di Raisport nel ritiro dell’Italia. Il primo incontro tra il presidente e i suoi agenti ci fu a luglio scorso a Dimaro, dopo i contatti già avvenuti la scorsa stagione per discutere del rinnovo del contratto che scade a giugno 2019 e venne firmato nel 2013 (l’ingaggio per il primo anno fu di un milione e mezzo e salire per gli anni successivi, adesso è intorno ai due): l’offerta del club fu di due milioni e mezzo, la richiesta di sei milioni. Una distanza abissale, quindi, tra la richiesta degli agenti e l’offerta della società. «Rispetto al passato ho fatto dei passi indietro sotto il punto di vista economico: c’erano diverse società che mi offrivano di più anche nel settore giovanile, quando i giovani andavano all’estero e offrivano tanto alla famiglia. Non ho sentito la necessità anche se in quel periodo non avevamo nulla, insieme a mio padre decidemmo di non andare via. Il mio sogno era arrivare in serie A, giocare nel Napoli e vincere un trofeo importante con il Napoli, fino a quando la indosserò mi farò ammazzare per questa maglia. Se qualcuno vorrà rompere questo mio sogno non sarà solo colpa mia, ci rimarrò male, ma poi bisogna andare avanti», ha spiegato Lorenzo. Il rinnovo, quindi, resta tutto da definire nonostante le sensazioni positive emerse nell’ultimo periodo. La situazione non si è sbloccata. L’ultima proposta del club è stata di un nuovo contratto a partire dal primo giugno 2018 e con scadenza nel 2022 con cifre a salire negli anni e un ingaggio medio intorno ai 3 milioni: si partirebbe da importi più bassi per arrivare a quelli più elevati al quarto e quinto anno. Il primo punto sul quale è necessario trovare convergenza è proprio questo: i manager di Insigne mirano infatti a un contratto già ben definito con cifre fisse (magari arricchite da bonus) e non con importi a crescere negli anni e cioè simile a quello firmato quattro anni fa perché ora Insigne non è più un giovane emergente ma un calciatore affermato in serie A. «Fiducioso per il rinnovo? Sto aspettando loro, ora penso alla Nazionale. Se mi vogliono incontrare darò sempre la mia massima disponibilità. Non mi va di tornare sull’argomento, ho fatto quello che dovevo e con la coscienza sono a posto, ho espresso la mia posizione al presidente: se vuole far continuare questo matrimonio bene, altrimenti ognuno andrà per la sua strada», ha sottolineato Insigne. La modalità del contratto è un punto sul quale non c’è convergenza, l’altro riguarda le cifre. In gioco ci sono i diritti d’immagine, l’altro nodo da sciogliere: diversi sponsor accosterebbero il loro marchio a Insigne e questo rappresenterebbe un introito in più. Ma i diritti d’immagine da girare totalmente al club sono un punto fermo della filosofia societaria di De Laurentiis, in questo senso finora non sono state ammesse deroghe. Proprio questo è uno dei punti sui quali i manager di Insigne chiederanno chiarezza: cioè la definizione esatta della valutazione relativa ai diritti d’immagine per poter quantificare il valore reale che il club dà al giocatore. Ciò vuol dire che l’offerta di 3 milioni potrebbe esser definita congrua per il valore economico del calciatore ma a quel punto i diritti d’immagine andrebbero calcolati a parte e andrebbero lasciati a Insigne: ecco perché in caso di mancata cessione dei diritti la richiesta salirebbe tra i 4 e i 4,5 milioni. I primi sondaggi per il rinnovo al vecchio contratto da parte degli agenti arrivarono già durante la scorsa stagione e se l’accordo non dovesse essere perfezionato entro giugno sarebbero trascorsi altri due anni per Insigne con la precedente intesa. Nel nuovo contratto il club potrebbe pensare di introdurre una clausola rescissoria (forse con doppia modalità per l’Italia e l’Europa) a una cifra record di 100 milioni, solo un’ipotesi però. L’argomento non è stato inserito nella trattativa e se anche fosse introdotto si dovrebbe ragionare sulla cifra che potrebbe diventare più bassa tenendo presente la presumibile valutazione dei suoi agenti. Il primo passo sarà l’incontro tra le parti che non è stato ancora fissato. Adesso però Insigne è venuto allo scoperto e attende una chiamata.
Fonte: Il Mattino