Una nuova settimana di passione, l’ennesima. Mentre la Juve domina in campo, si discute nei palazzi di giustizia. Il tema è sempre l’inchiesta della procura di Torino che ha scoperto pericolose infiltrazioni della ‘ndrangheta nell’Alto Piemonte: i pm sono arrivati fino ai cancelli dello Stadium, svelando gli interessi dei clan nel bagarinaggio. Le carte trasmesse alla procura federale hanno portato a un nuovo capitolo della guerra FigcJuve: sabato, con parole dure che rimandano non solo alla gestione dei biglietti ma anche a presunti contatti con esponenti della malavita, è stato notificato il deferimento per il presidente Andrea Agnelli, l’ex capo del commerciale Francesco Calvo, il security manager Alessandro D’Angelo e il capo della biglietteria Stefano Merulla. Si andrà al processo sportivo e tutti rischiano una inibizione di qualche mese. Sabato Agnelli si è difeso nettamente dall’accusa e ieri è venuto in soccorso da Marassi anche l’a.d. Beppe Marotta: «Mi limito a sottolineare i due grandi concetti espressi dal presidente: la totale estraneità dei nostri tesserati e l’unità di intenti in società». Mercoledì a Roma proseguirà l’audizione del legale del club Luigi Chiappero, iniziata mercoledì scorso davanti alla Commissione antimafia.
QUERELE – In sede penale nessun dipendente bianconero è indagato, ma l’inizio del processo a Torino resta una data importante: giovedì via alla prima udienza a porte chiuse e curiosità per le scelte degli indagati, su tutti Rocco Dominello, ex ultrà e figlio di un presunto boss. In caso di rinuncia al rito abbreviato, potrebbero essere chiamati a testimoniare alcuni dirigenti Juve. Domenico Putrino, legale della famiglia Dominello, intende querelare per diffamazione lo stesso procuratore federale Pecoraro per le parole usate sia nell’audizione in Antimafia sia nel deferimento.
Fonte: gasport