L’approfondimento – di R. Muni: “Difendere l’indifendibile”

Che Napoli sia la capitale dell’ironia è risaputo in tutto il mondo ed il suo popolo vive supportato da un sentimento a metà fra la speranza e la capacità di sopportazione dei momenti difficili. Nel calcio, dove i problemi, per fortuna, nascono e finiscono nei novanta minuti, il popolo napoletano ha deciso di non arrabbiarsi più, ma di rispondere da par suo, con striscioni ironici che sono inattaccabili e colpiscono più duramente, anche perché ai loro destinatari, dotati di cultura del lavoro e di senso civico (…facendo il verso ai soloni settentrionalisti…) manca la chiave di lettura giusta. Venerdì sera, allo Stadium di Torino, c’è stata un’altra vittima illustre della società di Vinovo, il Milan le cui lamentele si sono aggiunte a quelle di Inter e Napoli. Anche i rossoneri, come i loro cugini e gli azzurri, sono usciti dallo stadio della capolista cornuti e mazziati. Ma la beffa oltre al danno non è stata solo la squadra di Montella. Il Napoli, pur non essendo coinvolto nella diatriba bianco-rosso-nera, si è sentito chiamare in causa perché ha osato protestare all’indomani della partita di coppa Italia. Che la squadra di Allegri sia quella più forte in Italia non c’è nessun dubbio. Tuttavia è innegabile che, soprattutto tra le mura amiche, la squadra bianconera venga aiutata palesemente da errori arbitrali a senso unico ed è altrettanto fuor di dubbio che a fine stagione, questi occhi di riguardo nei confronti della vecchia signora, abbiano il loro peso determinante. Viviamo in un paese garantista e, pertanto, crediamo alla buona fede dei direttori di gara che sono costantemente messi sotto pressione dalla squadra di casa. Accerchiare l’arbitro per ogni episodio dubbio, chiedere costantemente i cartellini per i calciatori avversari e permettersi di usare un linguaggio non certo oxfordiano nei riguardi della giacchetta nera di turno, sono atteggiamenti che mettono giocoforza l’arbitro (…ed i suoi collaboratori…) in soggezione. Lo stadio con i tifosi a ridosso del rettangolo verde, infine, completano l’opera…ed il gioco è fatto! Tuttavia, fin qui nulla di nuovo purtroppo. Al triplice fischio, alcune testate giornalistiche del nord e Tuttosport fanno da scudo alle proteste indignate che si levano all’indirizzo del torto subito, accusando le squadre danneggiate di protestare. In altre parole: chi si imbatte nella Juve allo Stadium dovrebbe subire e stare zitto, guai a protestare perché altrimenti si diventa piagnoni in cerca di alibi per giustificare la sconfitta. Se alcune testate nazionali fanno finta che sia tutto regolare, all’estero sanno bene come la Juve vinca in Italia e, talvolta senza mezzi termini, lo gridano ai quattro venti. Su tutti, valga l’articolo dello spagnolo As, all’indomani della vergognosa partita di coppa Italia con il Napoli! Nel Belpaese, Tuttosport e compagnia affermano che la Juve abbia un altro stile nell’accettare sconfitte e decisioni arbitrali a sfavore, senza piagnistei. A quali torti si riferiscano non è dato saperlo, tuttavia dove erano i puristi della carta stampata quando la Juve protestava per i presunti torti di Monaco? E che dire delle proteste, ancora attuali, per i due rigori assegnati al Napoli…dieci anni fa? La decenza e la coerenza sacrificate per denaro e potere…che tristezza! Il Milan è stata l’ultima vittima, in ordine di tempo, a subire ‘l’effetto Juve’ ma gli onori delle prime pagine le hanno riservate solo al Napoli. Come accade in altri ambiti, anche nel calcio Napoli e la sua squadra sono presi come riferimenti verso il basso e così il Milan che protesta sembra De Laurentiis e le stesse proteste diventano nuovi piagnistei napoletani. L’organizzazione a strisce bianche e nere, che credevamo (…e speravamo…) fosse stata smantellata con Calciopoli, è tornata più sfacciata e impunita di prima. Una impunità che permette alla squadra della famiglia Agnelli, di ostentare i propri trofei nello spogliatoio avversario e, tra questi, ci sono anche i due scudetti revocati (…per illecito sportivo!!!…). Due scudetti che alla Juventus permettono persino di annoverare nel proprio palmares ufficiale, in dispregio di una sentenza di un tribunale!!! In definitiva, a loro tutto è permesso e gli altri devono subire e tacere: sarà questa la mentalità vincente a cui si riferiva Higuaìn? Certo è che i nuovi calciatori vengono subito indottrinati con lo ‘stile Juve’ ed il ragazzino Dybala, da sbarbatello arrivato da Palermo, in breve tempo, ha assunto un atteggiamento da guitto di periferia, che meriterebbe una energica tirata di orecchie. Premesso che non è dato di sapere quanta soddisfazione possa esserci nel vincere trofei macchiati da ombre e dubbi, rimane la certezza che questo ‘sistema’ sta logorando il calcio italiano, allontanando sempre più tifosi dagli stadi e distruggendo quello che un tempo era il campionato più bello del mondo. Per un Higuaìn che decide di piegarsi al vincitore prepotente, schierandosi al suo fianco piuttosto che combatterlo da avversario, ce ne sono decine che preferiscono altri campionati ed altri paesi per giocarsi le proprie chances ad armi pari. Per i tifosi della vecchia signora, i tifosi avversari rosicano perchè non vincono e questa, normalmente, sarebbe un’espressione sgradevole. Ma chi sono i tifosi della vecchia signora? Gente senza radici o, peggio, meridionali rinnegati che credono di emergere schierandosi dalla parte di chi vince di più. Il paradosso più grottesco è il napoletano che invoca il Vesuvio al lavarci con il fuoco, dimenticando che egli stesso sarebbe lavato dalla lava del gigante buono pur tifando per un’altra squadra. Noi siamo tifosi azzurri ed il Napoli non è solo una squadra di calcio per la quale fare il tifo ma un vero e proprio senso di appartenenza territoriale. Siamo un popolo e amiamo la nostra squadra del cuore, pur non vincendo mai nulla! Avanti Napoli Avanti!!!

 

Riccardo Muni

 

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