De Laurentiis più di dieci anni col fiuto del gol. Lo scugnizzo, il Matador e Core ‘Ngrato

C’era una volta: eh sì, ma quella è un’altra Storia, è l’oro di Napoli che brilla nell’eternità ma anche un’era ormai geologica che si perde nella memoria, e lì rimane scolpita. C’era una volta la Ma.Gi.Ca, Maradona-Giordano-Careca, ma prima anche Carnevale, i padri d’una Costituzione riscritta in un settennato indimenticabile. Ma una volta, e neanche tanto tempo fa, la dinastia dei bomber ha avuto altro, uomini trasformati in Leggende, eroi che hanno scritto quest’epoca del Terzo Millennio nella quale Ibrahimovic diventa una romantica suggestione da accomodare in questa fascinosa galleria.

LO SCUGNIZZO. C’era, e siamo all’alba del ciclo De Laurentiis, uno scugnizzo arrivato dall’Argentina (e da dove, sennò?), capelli lunghi e le moine che stordiscono l’anima: è il pocho il primo capolavoro (firmato Pier Paolo Marino), cinque milioni e mezzo per prendersi «un monello» e goderselo ad ogni dribbling, con quel sorriso ruffiano per le sue quarantotto reti.

EL MATADOR. C’era, quando andò via (nei modi e per le dinamiche emerse nel tempo) Fabio Quagliarella, Edinson Cavani, al quale Napoli ha cominciato recentemente a riconoscere con slancio i suoi pregi ed a cancellarne con un colpo di spugna «il difetto» d’un addio peraltro annunciato, persino inevitabile: el matador è nei fatti, nei centoquattro gol regalati, nei sessantaquattro milioni lasciati in eredità, nella sua statura da leader, un uomo ovunque, che segna, rincorre e difende ed al quale, ingenerosamente e per un periodo eccessivo, sono state concesse etichette immeritate. Ma Cavani ha costituito la svolta, l’ha accelerata attraverso il suo famelico istinto, ha rotto gli argini e conquistato, nel Napoli di Mazzarri, il primo trofeo (la Coppa Italia) di questo decennio.

CORE ‘NGRATO. C’era, e non lo cancella il turbolento addio, Gonzalo Higuain, trentasei gol in un campionato, quanto gli è bastato per cancellare il record di Nordahl che durava da sessantasei anni; una Coppa Italia ed una Supercoppa per tracciare un solco, far da spartiacque tra un passato ed il futuro ch’è (ri)cominciato attraverso la campagna acquisti più sfarzosa (in termini tecnici) che si ricordi e che fu possibile attraverso la cultura e le conoscenze e l’autorevolezza di Rafa Benitez, che ha spalancato al Napoli un universo nuovo. Higuain è stato l’acquisto più costoso di sempre (quaranta milioni per averlo) e la cessione più dolorosa ma anche più appagante (novanta milioni versati dalla Juventus per assecondare la clausola firmata al momento dell’arrivo dal Real Madrid). Higuain è stato il centravanti insieme al quale il Napoli ha conosciuto serate indimenticabili ed ha intuito che tutto sarebbe stato possibile: perché con el pipita il Napoli ha vinto (Coppa Italia e Supercoppa), ha sognato di farlo avvicinandosi seriamente allo scudetto, un anno fa, con quella creatura scintillante allestita da Sarri; e in precedenza, con Benitez, ha scoperto pure l’ebbrezza d’una semifinale internazionale (l’Europa League), svanita però (anche) sul destro del pipita. E comunque c’erano bomber, lì davanti, e ancora ce ne sono…

Fonte: CdS

 

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