Lui è “diverso”, dove diverso sta per “eccezionale”, “fuori dal branco”. Sembra non voglia vivere e non viva un’unica vita, ma ne percorra tante. E’ Ibrahimovic, è già leggenda. Si comincia con il Malmö, si attraversa un triennio in Olanda, all’Ajax e poi via verso nuovi mondi calcististici. Nel 2004 nasce l’Ibra italiano, quando lo svedesone approda alla Juventus, dalla quale andrà via due anni dopo, avendo vinto uno scudetto che sarebbe stato poi revocato. Poi, la Milano nerazzurra, un triennio di successi che lo spingono però a cambiare, a puntare dritto su Barcellona. Ma ha tanta fame di arricchire la propria collezione di trofei, di cogliere la gioia nella Milano rossonera e quando ci riesce, per niente saturo, si rimette in discussione, stavolta scegliendo la Francia, il Paris Saint Germain, un quadriennio di dominio assoluto totale. Manca la Premier e Mourinho è l’uomo adatto per spalancarli la porta del Manchester United. E’ l’ottava vita (di club), ma le biografie sono sempre pronte per andare in ristampa. Potrebbe esserci una nona? Magari sarebbe una sinfonia, proprio come le altre!