Causio al CdS: “Non esistono più giocatori come Bruno Conti ma Insigne…”

Il Corriere dello Sport ha intervistato l’ex calciatore della Juventus e dell’Udinese, Franco Causio. Causio ha parlato di Insigne e di Callejon.

Fuor di ruffianeria, barone: ma esistono ancora i Franco Causio (e i Bruno Conti e i Claudio Sala)? «Impossibile, perché cambiato il calcio e anche la formazione dei giocatori: bisognerebbe tornare indietro, andare nei settori giovanili, educarli diversamente dal punto di vista tecnico».

Però in questo campionato non mancano esponenti di una corrente di pensiero ritrovata: gli illuministi. «E Insigne per me è il rappresentante più autorevole. Ha il colpi per far entusiasmare. E’ diventato maturo, forse ha impiegato un anno o due in più, ma lo capisco: i profeti in Patria non esistono, perché la tua gente non ti perdona mai niente, e per imporsi, hanno bisogno di tempo».

Cosa la colpisce dello scugnizzo? «La tecnica, la capacità di annusare la porta, il sacrificio: se un allenatore si ritrova un giocatore di questa portata, dal quale riceve in dono pure una decina di gol, allora ha svoltato. Io rimasi entusiasta di lui quando era a Pescara, con Zeman, e l’ho aspettato. E’ cresciuto con il 4-2-3-1 e adesso con il 4-3-3 è esploso».

Cosa l’ha cambiato? «Frequentare l’Europa, le grandi sfide internazionali, la Champions. Se resti a giocare in Italia, impari poco; ora ha fatto il salto di qualità».

Il socio della corsia opposta, Callejon, niente male. «Direi proprio di no, visto il lavoro a cui è sottoposto. E ciò nonostante riesce sempre ad essere lucido, sotto porta. Sono quattro anni che va su rendimenti elevatissimi e non dev’essere un caso che sia con Benitez che con Sarri sia diventato insostituibile».

La coppia più bella d’Italia è fatta, ma alle spalle. «Cuadrado combina le due fasi meglio di ogni altro: può cominciare dal primo minuto o entrare a gare in corsa, sa sempre come spaccare la partita e creare la superiorità numerica; va via all’uomo, taglia in mezzo al campo. Ne ho seguito l’evoluzione, perché lo conosco da quando faceva il terzino nell’Udinese. E’ stata una mutazione straordinaria, la sua».

Il futuro sembra appartenga (anche) a Bernardeschi. «Ma è in fase di completamento, sta cercando la sua definitiva collocazione: sta a destra, a sinistra, a volte dietro le punte, fa il trequartista. Ha un bagaglio tecnico indiscutibile, ma dobbiamo verificarlo alla distanza. Certo, i piedi sono notevoli».

La Redazione

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