Higuain 19, ed anche Mertens 19: si può fare, se nel match allargato arriverà la concessione da Belotti, da Dzeko, da Icardi, ma anche da Immobile, il principale inseguitore: è una staffetta che dà un senso alla natura d’una squadra costruita da Sarri, tatticamente, a sua immagine e somiglianza; è la continuità di un’Idea alta che sottolinea la cifra tecnica d’un club che De Laurentiis ha trascinato a livelli europei; è la testimonianza d’una fusione e di combinazioni tra due filosofie che combinano; è anche, nel suo piccolo, una medaglietta che appartiene a pochi: al Torino che tra il ‘28 ed il ‘29 (allenatore Cargnelli) festeggiò prima Libonatti e poi Rossetti; al Grande Torino che nel ‘46 e nel ‘47 potè godere delle gesta di Gabetto e di Valentino Mazzola (allenatore Ferrero); che sempre nella Torino granata, e siamo nel ‘76 e nel ‘77, produsse (allenatore Gigi Radice) i “gemelli del gol”; e che nell’Udinese (prima di Zaccheroni e poi di Guidolin) lasciò che lassù, in vetta, si ergessero uno dietro l’altro – tra il ‘98 ed il ‘99 – Bierhoff ed Amoroso. Mertens contro Higuain: ma con la pacifica, legittima, invasione d’area che s’avverte con le presenze di Belotti, di Dzeko, di Icardi, di Immobile. E’ un duello all’ultima rete.
Fonte: CdS