Sarri soddisfatto: «In dieci giorni avevamo speso tante energie: non era facile da un punto di vista mentale»

Aveva pensato a Milik. Poi ha scelto Pavoletti. Ma non s’è dimenticato di Mertens. L’abbondanza è anche piacevole imbarazzo. Prima, però. Tutto e solo prima. Dopo neanche un po’ di tentennamenti. L’analisi di Sarri è lucida e dettagliata. Ha un “tridente” di riflessioni (e prime punte) e svaria su tutto il fronte d’attacco.
E allora, subito Milik. Il centr…indietro al momento. Di condizione, ovvio. Sarri è chiaro. «Ha giocato una buona partita a Torino, ma in allenamento vedo che fatica, non ha ancora brillantezza. E’ stato fenomenale il suo rientro anticipato, così presto. Ma non ho mai visto nessuno essere in forma dopo quattro mesi e mezzo da un crociato rotto. Sono certo che crescerà e tornerà al 101 per cento per averlo al top la prossima stagione. In questo momento però ha più bisogno di allenarsi che di giocare». E infatti non ha giocato. Milik fuori dunque. Dentro Pavoletti. Un’ora lì davanti a sgomitare. Fisicità ed energia. Ha riempito l’area, s’è fatto largo, s’è proposto e c’ha anche provato. Ha chili e centimetri. E caratteristiche diverse dagli altri attaccanti. Ha dato e messo tutto quel che ora ha. La volontà c’è già. Il sacrificio pure. La condizione anche: sta arrivando. Magari come i gol. Per l’intesa, invece, c’è da ancora lavorare. «Bisogna imparare a valorizzare il suo lavoro sporco. Nel primo tempo ci sono stati tre cross dentro l’area che potevamo e dovevamo sfruttare meglio. Pavoletti quando va su quelle palle lì, crea il panico tra i difensori. Sta migliorando lentamente ma progressivamente. Non posso certamente chiedergli di cambiare le sue caratteristiche, ma di sicuro di rendere di più».
Insomma, crescerà. Intanto un’ora in campo ed ecco Mertens. L’atipico, l’intruso o il finto che sia e però efficace come nessuno, soprattutto pronto – adesso – più degli altri, atleticamente e tatticamente. 19 gol in campionato più 5 in Champions: totale 24. Quasi quanti i 27 del 2011/12 al PSV, il suo record. E’ entrato e la giostra s’è messa a girare. «Per noi Mertens è importantissimo ed è evidente che con lui penalizzo Milik e Pavoletti. Però non posso ignorare uno che fa 19 gol in una quindicina di partite nelle quali ha giocato da centravanti. In un ruolo che peraltro non era suo». Non era, appunto. Adesso sì, ed è irresistibile. E appena è entrato il Crotone s’è di fatto rassegnato. Napoli superiore. Cattivo, applicato e forte di testa, per nulla scaricato dalla Champions né molle come chi affronta la penultima in classifica. E poi in attacco, una furia. Tutto quel che cercava Sarri insomma; al di là degli episodi che fanno sempre una partita. «Sono contento, era la prestazione che volevo. In dieci giorni avevamo speso tante energie tra Juventus, Roma e Real. Non era facile da un punto di vista mentale. Abbiamo giocato una partita seria con ottimi momenti di palleggio». Lungo, soprattutto. Ottantuno per cento di possesso palla. Mai più di così (almeno) in serie A dal 2004/05. Jorginho quello che ha giocato più palloni tutti (159). A seguire Hamsik e Koulibaly. Un controllo totale della partita. Meno invece, della classifica: ora che anche l’Inter si fa sotto minacciosa. E il Napoli a San Siro deve ancora andarci. La Champions è faccenda da sbrigare fino all’ultimo. «Dobbiamo stare attenti. I nerazzurri sulla carta ritengo siano superiori a noi e alla Roma. Sarà dura pur avendo fatto fin qui una grande stagione. Nelle ultime 14 partite abbiamo conquistato 35 punti: una media spaventosa. E abbiamo un solo punto in meno dell’anno scorso. In più, però, rispetto alla stagione passata abbiamo avuto qualche infortunio e perso un calciatore forte assai in attacco». Quel Milik che Sarri ancora aspetta. Come il miglior Pavoletti. Intanto però si gode “Ciro” Mertens. Ciro come il suo cane: alta fedeltà.

Fonte: CdS

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