In totale, in stagione, il Napoli ha mantenuto inviolata la propria porta “appena” dieci volte: una in Champions League (0-0 interno contro la Dinamo Kiev), una in Coppa Italia (1-0 contro la Fiorentina) ed otto volte in campionato (Palermo, Genoa, Chievo, Empoli, Inter, Cagliari, Genoa, Crotone). Siamo ancora distanti dagli standard ideali, però la strada è tracciata e le difficoltà si conoscono, così anche le possibili soluzioni alla base del problema, già in passato affrontate ed ancora attuali per provare a superare i propri limiti. La difesa, quest’anno, ha rappresentato il vero punto interrogativo del Napoli, la variabile imprevedibile e talvolta impazzita che ha stravolto calcoli e formule matematiche, capovolto giudizi ed anche sicuri pronostici. Troppe le reti subite, anche contro avversari alla portata, anche quando il risultato sembrava in cassaforte e gli altri ormai rassegnati alla sconfitta. In passato son state riaperte gare apparentemente chiuse ed anche quando mancava poco al fischio finale è bastata una piccola incertezza, dicasi blackout, per macchiare pomeriggi (o notti, nella maggior parte dei casi) apparentemente perfetti, senza sbavature. Ricordate Torino, Bologna oppure Pescara? Sono solo alcuni esempi, banali e disordinati, di gare dominate, ampiamente chiuse e poi riaperte per un istante, magari prima di sigillarle di nuovo, quasi fosse un
gioco, divertente fino ad un certo punto.
Fonte: Il Roma