“Dar peso alle cose quotidiane”, libro di Corioni, colui che scopri Hamsik

L'ex presidente di Bologna e Brescia portò al grande calcio il calciatore slovacco

Nella lunga intervista di Gino Corioni a Vittorio Feltri, diventata il testo del libro «Dar peso alle cose quotidiane» (Cairo Editore, pagg. 160, euro 15), l’ex presidente di Bologna e Brescia, scomparso un anno fa, parla degli affari e dei personaggi del calcio. Lui, industriale lombardo di livello internazionale nel settore dei sanitari, entrò in questo mondo nel 1985 su suggerimento dell’amico Giampiero Boniperti, presidente della Juve. Buoni campionati con due club e calciatori di alto livello ingaggiati, come Hagi, Guardiola, diventato poi straordinario allenatore, e Baggio, che gli fu suggerito dalla moglie Annamaria nell’estate 2000, quando le grandi non lo volevano più. Roby accettò di andare in una squadra di provincia a patto che vi fosse Carletto Mazzone in panchina. Tra i giovani lanciati Andrea Pirlo, un campione del mondo come Luca Toni che sarebbe approdato a Brescia poco dopo, e Marek Hamsik, preso dallo Slovan Bratislava quando aveva 17 anni per 60mila euro: a quella età l’attuale capitano del Napoli avrebbe esordito in A. Il trasferimento in azzurro nel 2007, prima operazione compiuta da De Laurentiis e dall’ex direttore generale Marino per la squadra che dopo aver vinto il campionato di B tornava nel grande calcio. Con 5,5 milioni fu soffiato a Inter e Milan, un colpo rimasto nella storia del Napoli: Marek è alla decima stagione ed è il capitano dal 2013, ha giocato 440 partite e ha segnato 110 gol, altre sei reti e sorpassa nella classifica dei cannonieri il mito Maradona. Nel libro di Feltri c’è un divertente retroscena sull’acquisto di Pecci dal Napoli nell’86. Costretto per motivi familiari a traslocare dopo appena un anno nella squadra di Diego, il centrocampista passò al Bologna di Corioni e questa operazione fece imbufalire Boniperti, che, secondo quanto racconta il signor Gino, «detestava Moggi». Come se ne accorse? Appunto «quando ho preso dal Napoli Pecci. Chiamo Ferlaino, ci vediamo a Roma, compro Pecci. Dopo due giorni mi chiama Boniperti e mi dice: Sono incazzato con te. Con me? Ma perché? Hai comprato un giocatore da Moggi. Stai calmo Giampiero, io ho comprato un giocatore dal Napoli. Hai comprato Pecci da Moggi mi diceva. Io ho comprato un giocatore dal Napoli! Ho chiamato io il presidente, ci siamo visti a Roma, ci siamo messi d’accordo e ho comprato Pecci. Ma io non ho neanche visto Moggi. Lui era convinto che Moggi avrebbe rovinato il calcio italiano». Nell’86 Lucianone era il direttore generale del Torino, ma si sarebbe interessato a un’operazione di mercato tra altri due club per il regista emiliano. Soltanto nell’87, dopo il primo scudetto (e la collaborazione esterna per l’acquisto di Careca), Moggi sarebbe stato assunto da Ferlaino. Nel 94 diventò il potente manager della Juve, da cui – guarda un po’ – era appena andato via Boniperti.

La Redazione

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