Sono volati via sei mesi circa: eppure sembra essere piombati in un’altra epoca. La prima giornata di campionato, ed era il 22 agosto, c’è un centrocampo nel Napoli ch’è dettato dalle esigenze (Jorginho squalificato) e che comprende Allan sul centro-destra, Valdifiori in regia (ma con la valigia pronta) e Hamsik chiaramente titolare e capitano. Alla seconda, ed è partita «vera» in cui non si può derogare da una formazione che in quel momento rappresenta quella di riferimento, Allan resta un mediano, Hamsik fa la mezzala e Jorginho si riprende il ruolo.
E’ andato via un girone e qualche spicciolo di campionato, l’unico «superstite» è Sua Maestà, il principe azzurro, perché intanto si sono capovolte le gerarchie e varie cose ancora sono successe. E’ capitato che Diawara sia diventato il punto di riferimento centrale e che Zielinski abbia costretto Allan a varie panchine, prima che intervenisse Rog (tre partite fa) e finisse per stupire senza mezzi termini: i punti-chiave, a quel tempo, sembravano «quei tre», intorno ai quali dovessero maturare ragazzi alla cosiddetta prima esperienza elitaria, giovanotti di svezzare. Invece il Napoli ha un tesoro a centrocampo: a Torino, dieci giorni fa, ha chiuso la partita con Rog-Diawara-Zielinski, poco più di sessant’anni in tre e dunque una carriera davanti ed un futuro garantito per il club e per la squadra. Il terzetto ha concluso persino la sfida con il Real Madrid (con il Real Madrid): certo, era ormai compromessa la qualificazione, ma gli allenatori inseguono sempre nuove frontiere e intervengono per provare a lasciare un segno nel risultato. E’ stata una decisione suggerita da ispirazioni tecnico-tattiche, non una concessione. Zielinski, Rog e Diawara: sono costati, complessivamente, quarantasette milioni di euro (compresi i bonus) rappresentano una garanzia di continuità del progetto tattico che adesso con loro può svilupparsi, nel contesto d’una fase d’arricchimento ch’è indiscutibile.
Fonte: CdS