Il Mattino – Ferlaino e il razzismo: “Mi hanno sputato in testa per una partita intera, ma dico di reagire con intelligenza ed ironia. Siamo noi quelli geniali!”

Corrado Ferlaino, presidente del Napoli per 33 stagioni, dagli scudetti con Maradona agli ultimi anni grigi in serie B, ha vissuto sulla sua pelle il razzismo negli stadi. «Una volta, a Udine, un tifoso dei bianconeri mi sputò in testa per tutta la partita. Pensai: ma quanta saliva ha? Lo ignorai e negli spogliatoi parlai con i giornalisti soltanto della prestazione della squadra».

Ingegnere Ferlaino, quanto è grave la questione razzismo, nuovamente sollevata da De Laurentiis dopo la partita di Champions? «È un argomento complesso. Anzitutto, va fatta una distinzione tra le metropoli del Nord e le città di provincia. Il fenomeno è molto più forte a Udine, Brescia, Bergamo, Verona. In alcuni luoghi c’è uno storico atteggiamento ostile verso i meridionali perché arrivarono alla ricerca di lavoro, un po’ come oggi accade nei confronti degli extracomunitari. Io ho vissuto tre anni a Milano e la situazione nella metropoli è differente. Sono stato razzista al contrario, nel senso che frequentavo solo meridionali come l’ex presidente della Federcalcio Sordillo e giornalisti come Palumbo e Cannavò: non accettavamo milanesi a cena. A volte incontravo un collega».

Chi? «Carraro, allora presidente del Milan. Una volta trovammo posto in un ristorante perché c’ero io, il presidente del Napoli… Nelle relazioni tra dirigenti non c’era la contrapposizione Nord-Sud. Anni dopo, sono stato eletto consigliere della Federcalcio all’unanimità mentre Boniperti, presidente della Juventus, passò a maggioranza».

Il fenomeno esiste e sembra sempre più grave. «Si parla degli stadi del Nord, tuttavia io ricordo accoglienze particolarmente ostili a Bari e Reggio Calabria per il Napoli e i suoi tifosi: un acceso senso di invidia verso la squadra più importante del Sud».

Come bisogna intervenire, dato che la Federcalcio ha ridotto a irrilevanti multe le sanzioni per la discriminazione territoriale? «Parlare il meno possibile di queste situazioni per non dare importanza a una minoranza che può trasformarsi in maggioranza, se appunto viene accreditata. Così, una piccola malattia mentale rischia di diventare grande. Chi ci insulta, soffre di un complesso di inferiorità ed ecco perché sarebbe bene fregarsene. In passato, di fronte a questi attacchi, abbiamo saputo dare sublimi risposte».

Quali? «Quello striscione nella partita contro il Verona: Giulietta è na zoccola».Chi lo inventò magari neanche sapeva chi fosse Shakespeare, però fu geniale. Reagì con due delle migliori armi dei napoletani: l’intelligenza e l’ironia. Non è un caso se certe cose, dai cori offensivi all’esposizione di sacchetti della spazzatura, si verificano in occasione delle partite del Napoli. Non sono contro i meridionali, sono contro Napoli perché abbiamo un passo in più. E allora non dobbiamo sentirci umiliati: con queste attenzioni ci viene dato quasi un attestato di superiorità».

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