CdS – Gabbiadini è rinato, facendo irruzione nella Premiere, come un’onda anomala

Manolo Gabbiadini al Southampton sembra un’altra persona, lontana dal quel velo di malinconia che ormai si portava sul visto da mesi. E’ entrato nella massima competizione inglese a suon di gol, e lo ha fatto come un’onda anomale che spazza via tutto. Certo porta sempre con sè un pezzo di Napoli e Napoli lo ricorderà sempre, ma così, e solo così è riuscito a ritrovare quel bomber che ha caratterizzato i suoi primi tempi al Napoli.

E’ tutto chiaro, ma già lo era, che con Sarri non ci fosse feeling e l’allenatore non compare neanche stavolta nelle riflessioni dell’attaccante che già lo aveva ignorato nel saluto via social a Napoli, però sembra di intravederlo quando parla di partite senza gioia: «Ero sempre in panchina, così non potevo andare avanti – ha detto a Sky Sport – non mi sentivo partecipe e quando tornavo a casa mi sentivo triste. Non erano belle sensazioni. Ad un certo punto mi sono detto: devo ricominciare daccapo, perché altri sei mesi qua in questo modo sarebbero stati duri»”.

E’ cambiato Gabbiadini, che si è messo a segnare come quasi mai in vita sua ed è diventato personaggio del momento in questa Premier League nella quale ha fatto irruzione come un’onda anomala. Il «nuovo» Gabbiadini ha dentro di sé un fuoco sacro che gli dà energia, lo scalda, lo alimenta: «Nemmeno io mi sarei aspettato una partenza del genere. Non è mai facile cambiare squadra, cambiare città, compagni, stili di vita e di gioco, però è andata subito bene ed io devo ringraziare il Southampton ma anche la gente per avermi accolto in maniera fantastica, per aver facilitato il mio inserimento. Sono stati tutti straordinari». Sono sei gol in quattro partite, niente male per chiunque, soprattutto per Gabbiadini che ad un certo punto, travolto da sé stesso, si è smarrito ed è rimasto inchiodato in panchina anche dopo l’infortunio di Milik, complice l’esplosione di Mertens. Mica un bel momento, per un uomo che sperava di esplodere e che invece ha scoperto inaspettata sofferenza: «Qui è come ce lo raccontano, il calcio: viene vissuto in maniera diversa, se lo godono – enjoy come dicono gli inglesi. Vincere o perdere quasi non importa, ciò che ha un senso è dare sempre il massimo. E questo basta alla gente per sentirsi felice e divertirsi». Un calcio privo di «insopportabili» tensioni”.

Corriere dello Sport

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