La difesa azzurra Champions – Si arrende solo al diktat targato Sergio Ramos

Due calci d’angolo separano drasticamente il sogno dalla realtà. Il sogno costruito dagli azzurri in un primo tempo scintillante. Bale, Ronaldo e Benzema non vedono palla perché è tutto il Napoli a pressare, organizzare le linee e marcare la palla come non succede da tempo. Il Napoli avanza perché sa difendersi preventivamente con coraggio mescolato al pressing. Roba da grande squadra. Il primo tempo scivola in un attimo inebriati non solo dalla perla di Mertens, ma dall’efficacia difensiva del quartetto titolare che sa stringersi e dividersi i tre fenomeni là davanti annullati. Fino agli episodi l’epilogo è di quelli che non ti aspetti perché il goal di Morata arriva ai titoli di coda e nulla conta. Questa volta la statistica dice il vero e nega l’essenziale. La difesa azzurra punita da un Ramos che ha saputo vincere da solo persino una finale di Champions, stesso diktat. Storia che si ripete perché la qualità della materia prima madrilena è superiore a qualsiasi entità tattica proposta dal Napoli. Il Napoli non perde contro il Real Madrid ma contro le singolarità che fanno la storia di questo club. Il resto è storia di una cronaca fedele che non racconta mai che il Real squadra sul campo padroneggia un Napoli squadra. E’ il singolo che fa la differenza, isterismi di un calcio collettivo che a volte smentisce persino se stesso. Le individualità premiano mentre il collettivo azzurro prende applausi. La speranza è che la fase difensiva sappia cogliere un grande salto di qualità che il collettivo ha fatto aiutato da ogni singolarità presente in campo. Il Napoli saluta la Champions e forse abbraccia se stesso conscio di una mentalità nuova e vincente.
A cura di Alessandro Tullio
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