L’opinione di arrigo Sacchi espressa sulla Gazzetta dello Sport
“S i gioca il ritorno degli ottavi di Champions tra il Real Madrid, campione in carica e vincente per 31 all’andata, e il Napoli. Il confronto storico è improponibile: 11 trionfi in Champions per il Real, sporadiche apparizioni agli ottavi del Napoli. I blancos prevalgono sia per l’aspetto tecnico, sia per forza, talento, personalità ed esperienza. Per non citare i fatturati e gli investimenti… E allora gli azzurri come possono ribaltare l’13? Il calcio non è soltanto la somma di valori tecnici e di forza: è uno sport di squadra in cui il collettivo e un’organizzazione di gioco superiore, sorretti da una volontà senza limiti dei giocatori, possono eguagliare quanto gli altri producono individualmente. Gli uomini di De Laurentiis e Sarri sono attesi da un’impresa titanica, ma, se terranno la mente sgombra da eccessive aspettative e cercheranno di eseguire le istruzioni del loro tecnico con il massimo di attenzione e impegno, alla fine potrebbero essere premiati. All’andata il Real ha aggredito con un pressing feroce gli azzurri, già svantaggiati dal carico emotivo, dall’inesperienza nel frequentare certi stadi e avversari. Il Napoli è stato messo sotto pressione dagli spagnoli: è stato stordito e costretto ad affrettare ogni soluzione, con errori tecnici e marcature allentate. Il pressing e i raddoppi sono quasi svaniti, così come gli anticipi; ai fuoriclasse avversari sono stati concessi spazi e tempi: un suicidio. In fase di possesso palla, Hamsik e compagni hanno fatto qualcosa in più, ma senza la volontà e la convinzione necessarie. Gli uomini di Zidane sono stati superiori a livello individuale, ma purtroppo anche collettivo e agonistico. Perché la sfida di stasera abbia un senso, sarà necessario che il collettivo e l’organizzazione di gioco superino quelli dei rivali. Non si dovrà rivedere l’atteggiamento dell’andata al Bernabeu se si vorrà mettere in difficoltà i campioni. Non andrà consentito al Real di esprimersi al suo abituale ritmo, di avere il dominio del gioco con cui centrocampisti e difensori alimentano in continuazione e con precisione i vari Bale, Benzema e Ronaldo. Quando i blancos avranno la palla, andranno marcati e pressati con furore: gli attaccanti azzurri dovranno essere i primi a svolgere questo lavoro, ma con più convinzione del solito, di modo che per centrocampisti e difensori sia più facile marcare e anticipare. I blancos non sono abituati a essere aggrediti, vanno in sofferenza se devono rincorrere. Al contrario, sono fenomeni che non perdonano il minimo errore avversario e la concessione di spazio. Sembrerà un paradosso, ma gli uomini di Sarri per vincere dovranno migliorare la fase di non possesso per fermare gli avversari: se vi riuscissero, seminerebbero ansia e nervosismo tra i rivali e, allo stesso tempo, aumenterebbero la propria autostima, con vantaggi dal punto di vista creativo, tecnico e psicologico. Il Napoli dovrà essere molto compatto, corto e stretto: gli risulterebbero più facili il pressing, la collaborazione, i tempi delle scalate, i raddoppi, le marcature e gli anticipi. La linea difensiva dovrebbe essere molto mobile e a palla libera correre indietro, per non farsi sorprendere alle spalle da Ronaldo e soci. Su cross e palle inattive bisognerà attaccare la palla e non aspettare da fermi, per neutralizzare i temibili saltatori di testa: Bale, Benzema, Ronaldo e il pericolosissimo Ramos. Mi rivolgo ai ragazzi di Sarri. In fase di possesso, siate più convinti in tutto ciò che fate: gli smarcamenti, i tagli, i cambi di posizione, le finte, la velocità, il ritmo, oltre a una gestione veloce e dinamica della palla. Avete lavorato molto e bene, dimostrate al mondo quanto siete migliorati, quanto siete diventati bravi. Sarà un esame di maturità: giocate come sapete senza timori reverenziali, usate cuore e mente, date tutto e verrete apprezzati a prescindere dal risultato”.
Fonte: gasport