Tanto per cambiare, è tornato in Italia per il suo Napoli. Ieri occhi fissi sull’Olimpico dagli studi milanesi di Premium Sport, martedì testa e cuore al San Paolo per la partita della vita. Careca non si è voluto perdere il momento decisivo della stagione azzurra, la prima gioia gliel’ha regalata Mertens.
«Con lui in campo si vince. La squadra ha dettato legge e meritato i tre punti».
Buon profeta questa volta il centravanti brasiliano: prima dell’inizio aveva pronosticato il 2-2 se avesse giocato Milik, 1-2 se fosse toccato al belga. «I tre piccoletti potevano mettere in difficoltà la difesa fisica della Roma e così è stato. Sono veloci e hanno giocate imprevedibili».
Tanto che Spalletti ha dovuto addirittura sostituire Fazio nella ripresa. «Che ha un rendimento altissimo, uno dei migliori del campionato. Immaginavo che Mertens li avrebbe fatti soffrire. Per fortuna ha segnato pure due gol».
Ottanta minuti di grande calcio, dieci minuti di follia. Non è da grande squadra gestire così l’intero minutaggio di una partita. «Non so cosa sia potuto accadere nei minuti finali. Forse si è fatta sentire la stanchezza per la partita di Coppa Italia o forse c’è stato un calo a livello di concentrazione perché vincere 2-0 all’89’ può farti sentire al sicuro».
Un cambio di marcia evidente rispetto al match dello Juventus Stadium. «In Italia esiste una differenza netta tra Coppa Italia e campionato. La lotta scudetto è molto più importante. Ero certo che gli azzurri non avrebbero accusato il colpo di quella sconfitta perché era ghiotta l’occasione per riscattarsi. Era obbligatorio vincere a Roma per riaprire almeno il discorso del secondo posto».
Così è stato. Intanto proprio il Napoli potrebbe aver consegnato il tricolore ai bianconeri. «Se la Juve vince pure oggi, sarà impossibile riprenderla. Ma gli altri devono pensare a sé stessi, adesso ci sarà una bella guerra per i due posti Champions».
Il Real Madrid è già nella testa di tutti: Sarri, giocatori, tifosi. «Così deve essere. Ci sono due giorni per preparare al meglio un appuntamento così importante, è una gara dentro o fuori, e il Napoli dovrà essere perfetto, senza sbagliare niente».
Domanda secca: Hamsik e compagni ce la possono fare? «Bisogna vincere due a zero. Io credo che non sarà facile ma nemmeno impossibile».
Lo stesso risultato che serviva trent’anni fa. «Mannaggia la miseria! A volte ancora mi passa per la testa quella parata di Buyo sul mio tiro. Vincevamo uno a zero, loro non capirono niente, avreste dovuto vedere la faccia degli spagnoli per quaranta minuti. Furono salvati dal miracolo di Buyo e dal pareggio di Butragueno. Martedì ci vuole la stessa intensità e zero errori, tutto dovrà filare liscio».
Avere cioè equilibrio tra la fase offensiva e quella difensiva. «Esatto. Con la palla tra i piedi, agli azzurri di Sarri nessuno può insegnare niente. La difesa farà la differenza, perché a volte indietro si soffre quando gli avversari avanzano. I giocatori del Napoli devono essere dai mastini, non farli ragionare, stare sempre attaccati alle loro caviglie».
Più ottimista o pessimista? «La realtà dice che loro sono favoriti perché due reti da recuperare non sono poche. Però giochiamo in casa e al San Paolo non si può dare mai niente per scontato».
Più difficile fare gol alla squadra di Zidane o non subirne? «L’attacco del Real è stellare, hanno giocatori che in qualsiasi momento possono buttarla dentro come è successo al Bernabeu. Io credo che sarà fondamentale non farli avvicinare troppo dalle parti di Reina».
Fonte: Il Mattino