Umiliati sul piano del gioco e ancora di più per il risultato. Eppure questa è la stessa squadra reduce da nove risultati utili di seguito e di risalire posizioni in classifica. I tifosi hanno capito e chiesto ai calciatori di andare sotto la curva per ricevere un applauso di stima per quanto fatto ultimamente, certamente non per la prestazione offerta contro il Perugia.
ALIBI. Difficile trovare quello buono, pare proprio che ce ne siano pochi a cui aggrapparsi. L’arbitraggio sicuramente è stato negativo, così come potrebbe avere influito nella testa dei giocatori la richiesta di penalizzazione avanzata dalla Procura Federale per un processo che si concluderà a metà aprile. E allora cos’è successo? Walter Novellino è stato categorico, assu mendosi ogni responsabilità per questa pesante sconfitta che non trova precedenti nella ultracentenaria storia dell’Avellino: «La squadra non è scesa in campo: c’erano undici fantasmi. Non ho saputo dare alla squadra le motivazioni giuste ed è solo colpa mia. Non era questa la partita che avevo preparato ma la stanchezza fisica e mentale si sono fatte sentire insieme, c’è stato un crollo totale».
UMILIAZIONE. Non aveva mai vissuto una sconfitta così pesante. Novellino è dispiaciuto per il risultato e per il modo in cui è maturato. «E’ stato umiliante non tanto il punteggio subìto ma quel palleggio compiuto dal Perugia nell’ultimo quarto d’ora, dimostrando di non volere più infierire. Avrebbe potuto farlo ma si è astenuto per non rendere catastrofico per noi un risultato comunque amarissimo. Siamo stati assenti. Ci può stare un punteggio del genere, quante squadre hanno registrato risultati che lehanno viste incassare cinque o più reti? Ma è l’atteggiamento che non mi è piaciuto, siamo stati rassegnati dall’inizio, con un atteggiamento che non riesco a concepire. Mi assumo ogni responsabilità perché quando una squadra gioca, anzi non gioca, in quella maniera è colpa del suo allenatore che non è riuscito a dare le giuste motivazioni. Ma un minimo di orgoglio, una migliore fase del non possesso di palla si poteva sicuramente fare. Ed evitare un risultato vergognoso».
MENTALITA’. Ha esperienza da vendere: Novellino trova un argomento che potrebbe essere alla base di questo risultato. «Non è sicuramente l’arbitro, dopo una sconfitta così pesante non ha senso parlarne. Credo invece che la squadra pensava di aver già vinto appena scesa in campo, sentendosi forte di una striscia così lunga di buoni risultati. Le partite vanno invece giocate, sempre con la massima concentrazione che è stato il nostro elemento di forza per ottenere i punti messi assieme negli ultimi due mesi. Voglio trovare qualcosa di positivo da questa sconfitta, sono convinto che potrà servire per capire tante cose, dopo una brutta partita ne viene sempre una buona, così come c’è sempre il sole dopo un temporale. Questo è stato un uragano, ma sapremo subito riprenderci. E’ obbligatorio».Corriere dello Sport