CdS -Che rimpianti per Sarri

Le considerazion i di Alberto Polverosi

Se in campionato ci sono 12 punti di differenza, significa che il Napoli è ancora lontano dalla Juve. La conferma arriva anche dalla Coppa Italia, dal 3-1 di ieri sera e, più che nel punteggio, sta nel modo in cui i campioni d’Italia hanno ribaltato il risultato. Erano sotto alla fine del primo tempo, poi hanno piazzato i colpi come macigni. È il temperamento, è il furore, è la voglia di vincere sempre e contro chiunque che stabilisce una distanza per ora incolmabile fra le due squadre. Il Napoli è bello da vedere, è una continua concessione allo spettacolo, è il suo modo di attirare su di sé le simpatie. Alla Juve tutto questo non interessa. Se piace bene, se non piace poco importa. Con le dovute proporzioni, il Napoli sembra il Brasile dell’82, ma la Juve è l’Italia di quel mondiale. Per esempio: per difendersi gli azzurri devono attaccare e ciò comporta una fatica incredibile che poi abbassa la lucidità, come si è visto ieri quando gli spazi davanti a Reina largheggiavano già prima dell’uno a uno di Higuain.

 

Sarri torna a casa con un altro 1-3 da rimontare, lo stesso risultato del Bernabeu, ma stavolta con la rabbia per quel dubbio contatto fra Albiol e Bonucci in area juventina, da cui è poi partita l’azione del secondo rigore per i bianconeri. Se ci riesce contro il Real e poi contro la Juve stabilisce una doppia storica impresa. Sarà decisivo, in entrambi i casi, il San Paolo. In quello stadio, il trio di ragazzini (65 anni in tre) schierato a centrocampo nella ripresa pagherà di meno l’inesperienza. Non sarà facile, se Higuain e Dybala colpiranno come hanno fatto a Torino. Il Pipita è stato poco in partita, ma c’è entrato nel momento decisivo. Dybala non si è smarrito sul primo rigore e nemmeno sul secondo, quando ha rimesso la palla nello stesso punto, spendendo Reina sempre dall’altra parte. Alla Juve i polsi non tremano mai.

Fonte: CdS

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