De Laurentiis ricorda Fiore: “Personaggio rappresentativo della passione azzurra”

Un signore d’altri tempi, innamorato del Napoli e dello sport. È il ricordo che hanno di Roberto Fiore amici, ex calciatori o allenatori. A partire da Corrado Ferlaino, che si aggiudicò il Napoli nel 1969 proprio ai danni anche della cordata di Fiore. «È stato un presidente capace e appassionato commenta l’ingegnere per molti anni siamo stati avversari ma di recente, ad una festa di alcuni club del Napoli, ci siamo abbracciati e già da diversi anni eravamo ormai diventati amici». Ferlaino riconosce i meriti di Fiore: «Il suo Napoli ebbe le stesse caratteristiche del mio, ovvero tentava di acquistare grandi calciatori per diventare una società vincente e questo l’ho sempre apprezzato. Non essendoci i soldi che circolano oggi, Fiore come me si è industriato e grazie solo agli introiti del botteghino ha comunque acquistato grandi campioni come Sivori e Altafini. Il suo desiderio divenne il mio: vincere contro le grandi del nord». Il cordoglio del Napoli è accorato: «Personaggio rappresentativo della passione azzurra si legge nella nota del club-, ha portato il Napoli per la prima volta al terzo posto. Anche dopo la sua presidenza ha continuato a seguire da profondo sostenitore le vicende sportive del Napoli e, da presidente della Juve Stabia, iniziò Aurelio De Laurentiis verso un cammino che lo portò poi ad acquistare il Calcio Napoli. Il suo ricordo, al pari della sua statura professionale ed umana, resteranno sempre nella nostra memoria». Vincenzo Montefusco deve molto a Fiore. «Praticamente mi ha cresciuto, ho esordito con lui. Ci ha sempre trattato con affetto e con Sivori e Altafini diede una svolta, cambiando la mentalità anche di noi giovani. Era uno che non mollava mai, ha fatto la storia del Napoli con le sue idee e i suoi progetti, se ne va una figura molto importante del club azzurro». Allo stesso modo la pensa Jarbas Canè, con cui pure Fiore ebbe dei contrasti. «Mi fece seguire da un detective privato quando ero ancora scapolo. Rimasi male ma ci confrontammo a viso aperto e da lì iniziò la stima. È stato un presidente che capiva molto di calcio, capace di grandi intuizioni, sempre molto vicino alla squadra». Rosario Rivellino, con Fiore nel Napoli e poi come tecnico dell’Ischia, aggiunge: «È stato un signore del calcio, il dirigente migliore che abbia mai avuto. Competente, generoso, amava il calcio e il Napoli, solo qualche problema fisico gli ha impedito di portare in alto anche la Juve Stabia. Un colpo durissimo per tutti noi la sua morte». Non solo il Napoli, anche la Juve Stabia lo ricorda con una nota: «Indimenticabile protagonista della nostra storia lasci in tutti noi un vuoto incolmabile. A te, che hai fatto innamorare questa gente e che poche settimane fa sei stato al Menti per testimoniare ancora una volta il tuo Amore per i nostri colori, va il più sentito ringraziamento per quanto hai fatto per la Juve Stabia». Accorato anche il ricordo di Franco Porzio, colonna dello straordinario Posillipo di Fiore: «È volato via un grande uomo di sport. Lo ricordo con grande affetto e grande stima per il forte legame sportivo ed umano che ci legava. È sempre stato al passo con i tempi e di grande apertura mentale». Di rimando il fratello Pino: «Era un uomo con una grande carica umana, una passione grandissima per lo sport, un presidente fantastico». Infine l’attore Gino Rivieccio, amico personale di Fiore: «È stato un grande presidente che prima di acquistare un calciatore sapeva ascoltare il cuore. Se sono tifoso del Napoli lo devo a lui: in un’epoca in cui tutti tifavano Inter, Juve o Milan io mi sono innamorato del suo Napoli di Sivori e Altafini. La sua era una squadra molto amata dai tifosi, lontano da interessi, clausole e procuratori. Un vero signore di un altro calcio, siamo tutti addolorati».

La Redazione

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