Comunque sia, non sarà mai una partita qualsiasi, anche se il primo incrocio ci è già stato. Trattasi sempre di un pezzo di vita, di record sfilati, di ricordi… La gente di Napoli era innamorata e per questo s’è sentita tradita, comprensibile il tumulto dei sentimenti guardandosi negli occhi. Certo, durerà un momento. Al fischio iniziale, ognuno per sè. Oggi il Pipita è lo stakanovista bianconero, il più utilizzato con trentadue presenze, e ha segnato la bellezza di ventidue gol: diciannove in campionato, dov’è capocannoniere, e tre in Champions. Gli manca la Coppa Italia, appunto. E, come nell’ incrocio di campionato, non segna da 180 minuti. Quella volta non ha esultato, ma non è bastato per strappare l’etichetta di Core n’grato ereditata da José Altafini. Il rimpianto a Napoli rimane, nonostante i gol di Dries Mertens, inventato centravanti dopo il ko di Arkadiusz Milik, il resto è un misto di malinconia e di rabbia, mentre la Torino bianconera lo coccola ed esibisce, sfilando ai tifosi del Napoli anche il coro “Un giorno all’improvviso…”. Come si diceva, anche stavolta arriva da 180′ senza reti: considerata la continuità abituale, la sua vecchia squadra farà bene a stare all’erta.