Solo carbone nella calza della Befana del gennaio 2014 per il Napoli. Nella notte di quel 6 gennaio, infatti, Aurelio De Laurentiis provò l’ultimo disperato assalto per portare in azzurro Radja Nainggolan. Ma niente, il Cagliari aveva praticamente già fatto tutto con la Roma. Inutile l’offerta di 7 milioni per la metà del cartellino del belga che oramai aveva fatto la sua scelta. Sabatini era stato il più bravo di tutti a strapparlo a Cellino e allora ds Marroccu. Una promessa arrivata già in estate, quando però la Roma non era stata in grado di chiudere definitivamente un affare che si è concluse solo nel gennaio seguente con la formula del prestito con diritto di riscatto. Un’operazione totale da 25 milioni di euro, cioè 10 in più rispetto a quelli che metteva sul piatto il Napoli (7 subito per la metà del cartellino, più 7 da versare a fine campionato). In quella sessione di mercato, allora, il Napoli di Benitez decise di virare su Jorginho, centrocampista rivelazione del girone di andata con la maglia del Verona. Un’operazione che a lungo termine si è dimostrata decisamente meno fruttifera rispetto a quella fatta dalla Roma con Nainggolan se si considera che, al dilà del rendimento e dei gol segnati da Nainggolan, Jorginho non è neanche un titolare fisso nel Napoli.
Fonte: mattino.it