De Laurentiise si è innervosito, ha avuto ragione, perché il Napoli è stato modesto nel primo dei quattro match chiave in undici giorni tra campionato, Coppa Italia e Champions League. Zero reti, zero punti, poco gioco, poca personalità. E soprattutto una difesa che ha confermato le sue gravi lacune, con la solida e intelligente Dea che ha segnato appena ha messo piede in area, infliggendo una sconfitta al Napoli in campionato dopo quasi quattro mesi (29 ottobre, 1-2 in casa della Juve). La fragilità difensiva è da mesi la zavorra per la squadra che nell’anticipo a Fuorigrotta ha espresso poco del suo potenziale offensivo: due legni, un tiro a un soffio dal palo, c’è stato qualche buon intervento di Berisha. Il Napoli non è stato aiutato dal cambio di modulo dopo l’ingresso di Milik e Pavoletti né dall’espulsione di Kessie. In altre partite era riuscito a raddrizzare il risultato dopo essere passato in svantaggio, ieri no, perché l’Atalanta gioca bene ed è lucida, spreca pochi palloni, al contrario dei tanti che sono stati buttati via da Diawara, Callejon e Hysaj (fischi per l’albanese al cambio). La manovra degli azzurri è stata lenta e prevedibile. Al di là delle capacità tattiche di Gasperini, è sembrato che il Napoli abbia affrontato l’inizio del tour de force con un eccessivo carico di tensioni. Certo, è il momento cruciale della stagione ma viverlo con queste ansie è un errore, pagato nel primo match a carissimo prezzo anche perché il tridente leggero – potevano essere utili, rileggendo la partita, l’inserimento di Milik dall’inizio contro difensori forti fisicamente e la freschezza di Giaccherini o Rog- ha inciso poco, escluso il contributo di Insigne, per cui il gol al San Paolo resta tabù. Il problema della difesa è quello più urgente da risolvere. Ma lo è da mesi. Sarri ha lasciato a riposo Koulibaly nel timore che potesse essere ammonito (era diffidato) e il suo sostituto Maksimovic è stato inguardabile. Finora svarioni di Reina o del reparto erano stati coperti dalle prodezze di Hamsik e di una prima linea che ha retto al pesante urto della prolungata assenza di Milik, arrivando ai fatidici 60 gol. Se la scintilla non scocca là davanti, è complicato conquistare anche un punto. È una rotta da cambiare subito: Juve, Roma (stasera i giallorossi puntano a incrementare il vantaggio uscendo imbattuti dalla partita contro l’Inter) e Real stanno arrivando e c’è il rischio che il Napoli si presenti un po’ appannato. Comprendendo il momento, i tifosi hanno intonato alla fine cori di sostegno: serve questo.
Fonte: Il Mattino