Torna Albiol, che non c’era, e forse pure Chiriches, che se ne è stato in panchina; si riparte da Zielinski, senza che ci siano ombre; e davanti, si ritocca, per non esagerare, sulla corsia di sinistra: si cambia, in almeno quattro punti-chiave, poi si lasceranno alcuni interrogativi e si procederà con una serie di test ad oltranza, per dar minuti a chi non ne ha. Ma è un altro Napoli, da cima (l’attacco), a fondo (la difesa), che va in cerca dei gol di Pavoletti, alla sua seconda da titolare e con l’insidia Milik da cui (amichevolmente) difendersi. E’ una squadra che lassù resta teoricamente eguale a se stessa, perché ha il tridente ma non più con i pesi piuma, anche se stavolta Mertens si ritrova con più chanches di Insigne, semplicemente perché si è fermato sei giorni fa, mentre lo scugnizzo di Frattamaggiore non se ne perde una (dall’inizio) da ormai quattro mesi. E si può anche essere Superman, ma alla distanza l’acido lattico può fregarti; se poi sei alla vigilia del tour de force, immaginare un pit-stop non sa di sfiducia. Pavoletti deve «entrare» nel Napoli, può farlo solo giocando, anche con la staffetta (annunciata) che prevede l’ingresso in campo del polacco…
Fonte: CdS