E’ il calcio moderno, quello che non tralascia nulla, quello che viene studiato nelle pieghe di ogni partita, per conoscere meglio se stessi, ma anche gli avversari.
E’ il calcio che non si nega niente, che si analizza con il microscopio, che ti entra mica soltanto nella testa, negli schemi, ma anche nella carne, dentro ai muscoli e, chiaramente, nelle gambe.
E’ il calcio di uomini bionici-
E’ il calcio del Napoli, che se lo prende tutto, segna da diciotto partite di campionato, e non solo: mette assieme quattordici risultati consecutivi in serie A. E non è finita. Poi attiva il contachilometri e scopre di non avere eguali, non in Italia, e di rientrare tra coloro che «pedalano» di più anche in Europa.
E’ un calcio da perfezionisti, in cui è necessario saper palleggiare, però andando di corsa e comunque girando il campo in lungo ed in largo.
E’ un calcio spiccatamente scientifico, ma da un bel po’, e non bastano ormai gli allenatori, i preparatori atletici, i match analyst e neanche qualche drone che aiuti: c’è bisogno di sostegni statistici, di avere nozioni che fungano da riferimento. In serie A, non ci sono squadre che camminino – è più giusto dire corrano – quanto il Napoli, che viaggia alla media ragguardevole di centonove chilometri a partita: e considerato che i portieri osservano, ne toccano una decina a testa. La Lazio sta subito dietro, come la Juventus, poi ci sono distanze più nette. Curiosità: non si risparmiano, per impegno, né il Pescara, né il Crotone e né il Palermo. La medaglia d’oro è del Napoli, per legittimo distacco, tra concorrenti che testimoniano però la consistenza della propria preparazione.
Fonte: CdS