Domani, sabato 25 febbraio, alle 19.15 su Sky Sport 1 HD (altri passaggi alle 22.45 su Sky Supercalcio HD e alle 23.45 su Sky Sport 1 HD e Sky Calcio 1 HD), appuntamento con “I Signori del Calcio”. Protagonista l’attaccante argentino della Juventus Gonzalo Higuain.
Seguono alcuni passaggi dell’intervista esclusiva, visibile da domani anche su Sky On Demand.
Il River lo consideri un po’ la tua squadra, il tuo club?
Certo, sono stato lì dieci anni, da quando avevo 9 anni fino ai 18. Nove anni di cui sono molto grato, perché mi hanno fatto crescere tanto da poter andare poi in Europa. River-Boca è stata tutta la vita una rivalità molto forte, molto sentita.
Ma tuo padre l’hai perdonato per aver indossato anche la maglia del Boca?
No, ma perché devo perdonare? Ognuno è libero di scegliere quello che vuole. Alla fine questo è uno sport e ognuno prova a scegliere quello che pensa possa renderlo più felice, quello che pensa sia meglio per se stesso, per la famiglia e per stare bene.
Ma esiste il valore della maglia? Di una maglia, piuttosto che di un’altra?
Sì, esiste, però come ho già detto è uno sport, è come tanti altri lavori. Uno deve scegliere quello che lo rende felice, quello che uno pensa sia meglio per se stesso e che lo possa far migliorare nel futuro. Il rischio si deve prendere. Qualche volta può andare bene, qualche volta male ma, ogni volta che si prende una decisione, si deve essere convinti del fatto che sia quella giusta.
Nella tua carriera era inevitabile il tuo arrivo in Europa. La prima tappa è stata un altro club con una maglia “pesantissima”: il Real Madrid.
Sì, è stato in un momento delicato della mia vita: ero molto giovane. Avevo da poco iniziato con il River e non mi aspettavo mi venisse a cercare una squadra di quel calibro. Fino a che non sei lì, è difficile immaginare la dimensione di quello che ti sta accadendo. Infatti la mia famiglia mi diceva: “Ma ti rendi conto che sei un giocatore del Real Madrid?”. No, non mi rendevo conto di quella cosa.
Poi, l’avventura italiana. In due piazze che non potrebbero essere più diverse: prima Napoli e poi Torino.
Hai parlato molto bene di Napoli e tra un po’ tornerai a giocare lì da avversario. Sai che in tanti aspettano questo tuo ritorno lì: come te lo immagini? Cosa ti aspetti?
Per me sarà un ritorno speciale. Ho vissuto tre anni in quello stadio, in quella città. Tre anni bellissimi e per me sarà un ritorno speciale, come qualsiasi giocatore che torna alla sua vecchia squadra, con cui ha vissuto momenti belli. Quando ho preso la decisione di andare via da Madrid, stavo pensando a quale squadra scegliere, in quel momento è arrivato il Napoli e ho detto a mio fratello: “Andiamo!” A Napoli ho passato tre anni, come ho sempre detto, meravigliosi. E’ una città forte, forte per il calcio. Ringrazierò sempre i tifosi, i compagni, lo staff, gli amici che ho lasciato lì, perché sinceramente ho passato tre anni meravigliosi. E dopo, mi ha preso questa grandissima squadra (Juventus, ndr). Di questo, l’ho detto sin dal primo giorno qui, non sono pentito per niente; al contrario, sono ancora più deciso della decisione che ho preso. Perché mi sento benissimo, sono felice, sento che sto crescendo ancora di più come calciatore e veramente, ogni giorno che passa, sono più convinto della decisione che ho preso: per la società, i compagni, la gente, per come si vive. Si sta più tranquilli e questo per un calciatore è fondamentale.