Maran le prova tutte: con l’albero di Natale, con il trequartista, con il centrocampo a quattro, però spreca un tempo ad aspettare il Napoli per proiettare un contropiede che non c’è, è improbabile, almeno sino a quando l’avversario ha gamba. La ripresa è affrontata con fierezza.
Insigne va più dentro al campo, più del solito e stavolta si attacca a sinistra, dove Ghoulam ha gamba: poi è sempre 4-3-3 anche se a volte sembra albero di Natale, ma serve per portare gli esterni bassi ad attaccare. La fase d’uscita, a tratti, somiglia a quelle delle domeniche migliori.
Sembra che la partita stia per essere anestetizzata dal Chievo, dopo la partenza sparata del Napoli, invece la svolta gliela dà Lorenzo Insigne a modo suo: converge, sceglie l’angolo lontano e lo trova, e poi da quel momento è chiaro che sia un’altra partita.
Sarebbe agevole pure il finale, se Koulibaly non si inabissasse: sbaglia la diagonale e l’intervento che concede a Meggiorini di esaltare se stesso. Ma da quel momento è un festival (di errori) che tradiscono un momento di apprensione personale.
Fonte: CdS