È stata immediata la solidarietà di spogliatoio con Sarri, attraverso la «voce» autorevole di Reina, più la presa di posizione dei media e l’opinione di numerosi tecnici tra i quali Arrigo Sacchi ha elegantemente invitato De Laurentiis ad essere più generoso con squadra e allenatore. Sarri e la squadra hanno riconosciuto gli errori commessi e le difficoltà incontrate di fronte a un Real aggressivo e furioso come mai, segnale della considerazione che i madridisti avevano del Napoli. Gli azzurri, comunque, non sono usciti né schiacciati, né umiliati dalla missione impossibile. Il punto ora è scendere sulla terra. Cioè cancellare ogni pensiero e retropensiero, suggestione, rimuginamento e anticipato sogno di rivincita sui galacticos per calarsi in umiltà e forte determinazione nel campionato. Il Real è lontano, c’è il Chievo che richiede massima attenzione. L’obiettivo principale della stagione è il secondo posto con la Roma avanti di due lunghezze e il vantaggio di ospitare il Napoli fra due settimane con gli azzurri nella morsa, prima e dopo l’Olimpico, di Juventus (Coppa Italia) e Real in sette giorni di fuoco. Da oggi al 7 marzo, è il periodo più tremendo per il Napoli, angustiato dalla vicinanza di confronti decisivi. Il Chievo oggi pomeriggio e l’Atalanta sabato prossimo al San Paolo sono avversari da battere, non facili (bergamaschi in corsa per l’Europa League), ma ai quali il Napoli non può e non deve concedere nulla, prendendosi il massimo dei punti. Oggi, al Bentegodi, il Chievo con la sua classifica assolutamente tranquilla, a metà strada fra il gruppo di testa e il resto della compagnia, avrà il vantaggio di giocarsi il match senza tensioni col solo gusto di battere una grande squadra e aggiungere gloria a un campionato soddisfacente, sostenuto soprattutto da un percorso corsaro (cinque vittorie fuori casa, l’ultima sul campo della Lazio, 1-0). A Verona hanno fatto sfracelli la Fiorentina (3-0) e l’Atalanta (4-1). La Juve vi ha vinto di misura (2-1) a inizio novembre con Maran che sfoderò un 5-3-1-1 di impaccio per i bianconeri. Il Chievo non concederà campo al Napoli. Non è detto che aspetti gli azzurri per colpire di rimessa giocando con un ambizioso 4-3-1-2, Birsa tra le linee dietro le due punte, una posizione che ha sempre imbarazzato la squadra di Sarri. È possibile che uno dei due attaccanti sia una falsa ala destra, un mediano pronto a ripiegare
come l’argentino Lucas Castro. Tocca al Napoli «rubare» campo, gioco e iniziativa ai veronesi rinforzando il ruolino esterno (30 punti in casa, 21 fuori). Si prevede un turnover, non per andare incontro al «richiamo» di De Laurentiis che vuole in campo tutti i giocatori acquistati quest’anno, quanto per la necessità di valutare l’esaurimento di energie fra i protagonisti di Madrid. Pare che Pavoletti e Milik non siano ancora pronti per una partita «piena» ed è perciò ipotizzabile che Sarri decida per una staffetta, rinunciando all’attacco dei tre piccoletti per concedere un po’ di pausa a Mertens, utile poi se ci fosse bisogno di un uomo di rottura durante la partita. Magari un po’ di respiro da concedere a Callejon potrebbe rivelarsi l’occasione per provare Rog come nel finale molto positivo contro il Genoa (al posto di Giaccherini) e a Bologna. Può darsi che vedremo Allan e Jorginho e un difensore più «fresco» in una rotazione che apparirebbe naturale. Sarri, come fa sempre, ha studiato il Chievo e sa quali modifiche apportare alla formazione del Bernabeu per avere soprattutto una squadra molto tonica con giocatori più «presenti» in campo senza la zavorra della partitissima di mercoledì. I cambi non mancano e neanche le variazioni tattiche. In ogni caso, c’è poco da discutere. Sarà sicuramente una partita spigolosa, ma il Napoli deve vincerla.
Fonte: Il Mattino