Tre punti d’oro, pesanti come pochi. Non poteva, la seconda forza della B, permettersi un digiuno così lungo in trasferta: a questo, il Benevento provvede col passare dei minuti. Va in apnea e riemerge, trova una spinta propulsiva che ora – al netto di una vittoria a un certo punto quasi impensabile – gli permette di guardare in tutta tranquillità Verona e Spal scornarsi domani sera. «Diciamo che adesso la squadra può alzare
l’asticella, ci vogliamo sempre provare attraverso il gioco», è la frase scucita a Marco Baroni dopo i novanta minuti del Piola. L’unico passaggio in cui si sbilancia sulle prospettive del Benevento, dopo aver parlato di una gara condotta con maturità.
RIPRESA DA PADRONI. Ceravolo provvidenziale, gol e peso specifico. Uno che ai blocchi di partenza era fuori perché – al pari di Viola – nei giorni scorsi ha accusato problemi fisici. Contro la Pro Vercelli, il Benevento sa mettere la tuta da operaio e non cadere nella trappola che, ad esempio, aveva steso il Frosinone appena prima di Capodanno. «Nel secondo tempo la squadra è cresciuta, ci siamo stati solo noi in campo», prosegue Baroni. «Pensavo a una partita del genere, come grado di insidie. Chibsah e Del Pinto sono aggressivi, mi danno più corsa: dovevamo gestire l’inferiorità numerica in mezzo al campo. Giocando, di fatto, con quattro attaccanti avevo bisogno di gente che lavorasse bene sulla seconda palla e sulla transizione. Il rigore decisivo? Mi sembra che ci sia stata un’ostruzione, poi parliamo sempre di frazioni di secondo in cui l’arbitro decide».
Le difficoltà del primo tempo si compensano con quanto il Benevento, sornione il giusto, mette in un finale che ancora una volta gli dice bene. Esausti alla meta, ma con le risorse che si trovano sempre. «A conti fatti, è così», dice ancora l’allenatore. «Abbiamo ribaltato quello che era l’indirizzo della partita. Devo fare i complimenti alla Pro Vercelli perché ha giocato una gara di grande intensità, ma nel secondo tempo noi siamo stati padroni del campo. Mi interessa aver visto un ottimo Benevento: ha un credo offensivo e oggi si è confermato come tale».
SACRIFICIO CONTINUO. Cissè protagonista, sulla scena del rigore c’è lui oltre a una verve data dallo scivolamento a sinistra dopo l’ingresso di Ceravolo. «Siamo stati bravi a tenere botta», dice l’attaccante guineano. «Questa vittoria è molto importante, gli episodi hanno girato a nostro favore e siamo contenti così. Ceravolo è molto bravo ad attaccare la profondità mentre io, giocando più largo, mi sto trovando sempre meglio. Per ottenere dei risultati, occorre sacrificarsi».
A fine partita, dopo l’1-0 del Piola, c’è anche il commento di Fabio Lucioni che, diffidato, contro la Pro Vercelli rimedia l’ammonizione che gli farà saltare il Bari. «All’inizio ci è mancato un po’ di fraseggio ma poi siamo usciti alla grande», spiega il difensore. «Abbiamo creato occasioni che potevano essere sfruttate meglio. Non dimentichiamo che giocavamo su un campo difficile, davanti a un avversario reduce da tre sconfitte di fila. Credo sia presto per guardare la classifica. Che è merito del nostro lavoro, ma non dobbiamo fossilizzarci su quello. Ora pensiamo al Bari, che verrà in casa nostra a fare la partita, e troviamo le giuste contro-misure».Corriere dello Sport