Beppe Savoldi è stato uno dei centravanti più prolifici della Serie A e infatti, non a caso è presente al quindicesimo posto della classifica di tutti i marcatori di Serie A con la bellezza di 168 reti.
Nasce in un piccolo paesino in provincia di Bergamo, precisamente a Gorlago, il 21 gennaio del 1947 e proprio nell’Atalanta ha cominciato a formarsi come calciatore. Nel 1965 fa il suo esordio con i bergamaschi in Coppa Italia tra l’altro andando anche in gol. Già da quel momento si capì che questo ragazzo era un predestinato. Centravanti puro, il suo punto forte era senz’altro lo stacco di testa, anche grazie alle caratteristiche fisiche che aveva acquisito essendo stato un giocatore di basket.
In maglia bergamasca rimase per tre stagioni, dal 1965 al 1968 e realizzò le prime 17 reti di una carriera che poi sarebbe stata lunghissima e ricca di gol. Dopo l’esperienza atalantina, arrivò quella bolognese. Ed è proprio con questa maglia che Savoldi diede il meglio di se. Se con la sua prima squadra, i gol furono 17, a Bologna i gol si quadruplicarono. Sette stagioni con la maglia rosso-blu e 85 centri, numeri importanti che fecero diventare Savoldi uno dei più grandi centravanti italiani degli anni ’70.
Nel 1975, per il suo passaggio al Napoli, gli venne etichettato il nome di “Mister due miliardi”, perchè appunto i due miliardi rappresentavano la cifra del suo acquisto. Precisamente il suo valore fu di 1 miliardo e 400 mila, ma a questo venne aggiunto la cessione di Clerici e la metà del cartellino di Rosario Rampanti. Questa fu l’operazione di mercato più costosa fino ad allora e ovviamente non mancarono le polemiche, dato che si stava vivendo un brutto periodo di crisi economica. Savoldi però, dimostrò che quei soldi li valeva tutti. Con la maglia azzurra rimase dal 1975 al 1979 e realizzò 77 reti di cui spiccano oltre alla quaterna contro il Foggia in una gara di campionato, anche un’altra quaterna, forse molto più importante per il popolo napoletano, ovvero quella contro la Juventus in Coppa Italia, terminata poi 5-0. Il Napoli, in quegli anni, riuscì anche ad alzare due trofei soprattutto grazie ai gol di questo centravanti fenomenale, una Coppa Italia e una Coppa Italo-Inglese entrambe nel 1976.
Dopo Napoli, ritornò a Bologna, ma non fu un periodo bellissimo per Savoldi. Venne coinvolto nello scandalo “Totonero”, subendo la squalifica di tre anni e mezzo.
Il connubio Napoli-Savoldi però, continuò. Infatti nel 2003, il figlio di Beppe, Gianluca, firmò proprio per il Napoli per una sola stagione. Solo tredici le presenze e due gol all’attivo, sicuramente possiamo dire che il padre era altra roba.