Milik si era inserito subito nel Napoli, realizzando gol pesanti e soprattutto di testa. Rispetto a Higuain, la parte finale della manovra era cambiata, Sarri aveva accentrato di più i suoi esterni per avvicinarli alla porta, per farli segnare di più. La risposta era stata positiva da parte di tutti, a cominciare dal polacco che riceveva palloni alti dai terzini, da Hysaj e soprattutto da Ghoulam. Non solo, anche gli interni, Hamsik, Allan e Zielinski anziché tagliare sempre al centro avevano la possibilità di arrivare sul fondo e crossare. La presenza di Milik offriva questa doppia opzione: taglio dentro l’area alla fine di un triangolo stretto, o palla girata in area dalla linea di fondo. Con Mertens al centro dell’area, i cross alti sono quasi scomparsi. Il Napoli triangola stretto, rapido, con una tecnica sopraffina e così va in gol. Il belga ne ha fatti 16 in campionato (solo 2 in meno di Higuain e Dzeko che sono capocannonieri del campionato), Callejon è a 8 gol, Insigne è a 7. Insomma, lassù si sono divertiti. «Abbiamo dovuto fare di necessità virtù, ha detto Sarri proprio mercoledì sera, riferendosi allo spostamento di Mertens al centro dell’attacco, ma poi quella è diventata una scelta importante».
Fonte: CdS