Osasuna-Real Madrid. Tra le due squadre prima del calcio d’inizio c’erano 36 punti di differenza (ora 39) ma che fatica! E non è che Zidane sia ricorso a un massiccio turnover. Diciamo che si resta allibiti vedendo i blancos schierati con cinque difensori. Nessuno si illude, tanto meno Sarri, che il Real che affronterà il Napoli sia la squadra svagata e demotivata vista
a Pamplona. Nè che Zidane abbia in mente di riproporre la difesa a 5. La squadra che ha vinto undici Champions non può presentarsi con un numero così alto di difensori, sfidando la storia del club e soprattutto le idee di Florentino Perez, un presidente che nella sua gestione ha cercato quasi sempre di riempire la squadra di stelle senza preoccuparsi troppo delle questioni tattiche. Il fatto che sulla panchina del Real ci sia un’icona come Zinedine Zidane probabilmente smorza in partenza le polemiche sul mediocre gioco del Real, visto che il francese senza regalare mai spettacolo ha già vinto una Champions e un Mondiale per club e ha in mano la Liga. Non si preoccupa più di tanto del gioco, affidandosi alle invenzioni dei suoi solisti e lo stesso farà con il Napoli, inserendo magari Carvajal nella difesa a 4, ritrovando Kroos ieri squalificato e rilanciando Lucas Vasquez al fianco di Benzema e Ronaldo. Ma non è un Real brillante quello che arriva alla sfida con il Napoli, soprattutto non convince sul piano del gioco. Sarri può sperare che la notte di Pamplona non sia casuale.