Sarri vuole diverso: «La Juventus è lì perché ha conquistato i punti: possiamo essere anche stilisticamente più godibili, ma loro hanno fatto risultato».
E’ inutile perdersi nel futuro, in ciò che sarà il Santiago Bernabeu o nelle proiezioni di chi ha raccontato d’un presunto incontro di Sarri con dirigenti juventini («sto provvedendo per la querela, con soldi in beneficenza»): c’è Napoli-Genoa, nient’altro.
Dura prepararla, Sarri? «No. E penso che anche per i calciatori sia così. Sappiamo di sfidare una squadra fisica, in grado di sporcare le partite con duelli in ogni zona del campo. Bisognerà essere lucidi e non sbagliare l’approccio».
Bologna, con i sette gol, è stata rappresentazione alta di calcio. «Ma con dentro qualche errore di troppo in fase difensiva, perché abbiamo concesso quattro occasioni agli avversari. Non facciamo tanti errori, ma quelli che commettiamo ci costano».
La Juve a nove punti le fa rabbia? «No, perché ha ottenuto ciò che ha meritato. Questo non è pugilato, non si vince ai punti. Bisogna guadagnarseli. Dobbiamo riuscire a trasformare la supremazia in risultati. E forse in questo non siamo ancora maturi. Ma siamo giovani e cresceremo».
In un mese vi giocate tutto. «Ma io sono concentrato sul Genoa. Ci troveremo con un calendario mostruoso, lo analizzeremo quando ci avvicineremo. E’ impossibile sapere come staremo tra tre settimane».
Senza Callejon cosa si inventerà? «Ho un paio di soluzioni: Pavoletti si sta allenando con continuità, ma ha bisogno di un po’ di tempo. Callejon è importantissimo per noi e lo è stato non solo nella mia gestione. A lui si rinuncia mal volentieri. Con lui, come con gli altri, ho un rapporto diretto: quando arrivai, non era neanche sicuro di rimanere. Poi ci siamo parlati, gli dissi che volevo vederlo allegro, e ha cambiato idea».
De Laurentiis ha parlato del vostro rapporto, del contratto, della «monogamia»… «Ma io e lui non dobbiamo aggiornarci continuamente. Abbiamo un progetto, una squadra giovane che va fatta maturare: c’è soddisfazione pure in questo, mica solo nel vincere qualcosa, ambizione che pure abbiamo».
Ha bisogno di garanzie, Sarri? «E di che genere? L’unica cosa che chiederei: non far restare un giocatore scontento. Poi se il calcio italiano è ridotto così, se i grandi talenti non riusciamo a trattenerli, è colpa di tutti, del sistema, dei giornalisti, magari anche mia: abbiamo sorvolato su varie fasi e ci ritroviamo ad essere il terzo mondo, mentre un tempo, negli anni ‘90, eravamo al top. Ora basta farsi un giro negli stadi all’estero per rendersi conto del nostro ruolo».
Fonte: Cds