Il Napoli sbanca il Dall’Ara di Bologna con una goleada dalle dimensioni immense, 1 a 7; un settebello che non può lasciare indifferenti ma che, tuttavia, ha seminato non poca discordia tra i commentatori. Non capita spesso che si registrino risultati così marcati ed è altrettanto raro assistere ad una squadra che gioca un calcio bellissimo, con schemi mandati a memoria; un calcio esaltante per i tifosi e gli esteti del pallone, ubriacante e mortificante per gli avversari che lo subiscono impotenti, senza riuscire ad arginare la furia agonistica dei suoi interpreti. Al triplice fischio ti aspetteresti fiumi di elogi, applausi a scena aperta. In altri termini, il giusto e meritato tributo, per certi aspetti persino dovuto a coloro che spiegano con i fatti (…e le giocate…) perchè il calcio è il gioco più bello del mondo. Inoltre, Bologna era stata spesso amara per i nostri colori, una sorta di tabù finalmente abbattuto a suon di gol. Inoltre, la squadra di Donadoni, nelle precedenti dieci partite casalinghe di campionato, aveva subito pochissimi gol, sette appena…salvo subirne altrettanti in appena novanta minuti. Con grandissimo stupore e non poco disgusto, le prime domande rivolte a Sarri dall’inviato di una pay tv hanno riguardato l’espulsione di Callejòn e la vicenda Gabbiadini, che non lo aveva menzionato nella letterina dei saluti e che, all’esordio, aveva segnato il primo gol inglese. Non sono mancate le critiche per il gol subito e per quell’espulsione rimediata dal bolognese Masina, con fiumi di parole sprecati per capire se, quella di Mertens, fosse oppure no una chiara occasione da rete. Beninteso, da sempre sostengo che criticare quando le cose vanno bene è più semplice e, per certi versi, persino più costruttivo. Tuttavia, il risultato di sabato sera avrebbe meritato ben altro trattamento e, per una volta almeno, si può perdonare il gol rimediato e persino la reazione di Callejòn, proprio lui che da oltre 110 partite (centodieci!!!) non saltava un appuntamento. Ritengo invece che dietro questo atteggiamento inqualificabile ci sia la chiara regia volta a destabilizzare un ambiente che vola altissimo. Un atteggiamento dal quale traspare, senza tema di smentita, l’enorme fastidio che può dare il Napoli ai vertici del calcio italiano. Nel mentre, a Torino andava in scena l’ennesimo arbitraggio discutibile di Rizzoli che, di fatto, favoriva la squadra bianconera. In particolare, sono stati due gli episodi su cui sarebbe bene riflettere e nei quali non c’entra niente il rigore non concesso all’Inter. Il primo riguarda la simulazione piuttosto evidente di Chiellini e la seconda riguarda la bestemmia lanciata da Lichtsteiner. Entrambi sono stati graziati dal giudice sportivo mentre l’Inter si è ritrovata senza Perisic e Icardi. Che la Juve sia la squadra nettamente più forte del campionato non ci sono dubbi, così come non c’è dubbio alcuno che la svista arbitrale a senso unico ha il suo considerevole peso a fine stagione. Sicuri dell’immunità da cartellini, anche i Barzagli e Bonucci di turno sono diventati dei fenomeni vestiti di bianco e nero, così come lo sono stati in passato i vari Montero, Juliano e Torricelli. Dove sono tutti quelli che, poche settimane fa, chiedevano la prova televisiva e la squalifica di Pepe Reina per la sua presunta simulazione in Napoli-Samp? Come mai nessuno osa proferire parola sul comportamento antisportivo della squadra con più scudetti vinti in Italia? Piuttosto che fare pronostici sulle giornate di squalifica che avrebbero inflitto a Callejòn, perchè hanno fatto finta di niente sui due episodi di Torino? Per la cronaca, Callejòn e Masina sono stati squalificati entrambi per un solo turno ma, a leggere i giornali, il solo graziato è il tornante di Sarri. Anche questa è disinformazione, poiché Callejòn era già ammonito ed è stato espulso per doppio giallo mentre il calciatore di Donadoni ha ricevuto un rosso diretto, per il quale sono previste due giornate di stop. Tra una polemica ed un veleno, venerdì il Napoli inaugurerà la giornata di campionato numero 24, che vedrà il Genoa ospite al San Paolo. La squadra di Juric è in piena crisi di risultati e, proprio per questo, temibilissima. Non esiste avversario più ostico e pericoloso di quello in crisi e la testa già alla sfida del Bernabeu potrebbe giocare brutti scherzi. Il motto dovrà essere: il campionato è un dovere mentre la Champions un regalo per quanto di buono è stato fatto finora, uno sfizio bello e buono, da godersi attimo per attimo. Poichè al Napoli nessuno ha mai regalato niente, sarà bene evitare altri scivoloni tipo quello con il Palermo e, per fare ciò, occorrerà essere al massimo. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni