El Kaddouri: “Sono deluso da Sarri per una cosa. Raiola è un “caldo” e reagisce. Il calcio mi ha salvato”

L'esterno marocchino: "La cosa che mi ha deluso di più è stato non essere inserito nella lista Champions"

Per molti mesi è rimasto un vero e proprio oggetto misterioso. Omar El Kaddouri era arrivato a Napoli nel 2012 con le stigmate del predestinato: doveva diventare l’erede di Marek Hamsik. Alla fine la sua avventura si è trasformata in qualche sporadica apparizione intervallata da due anni di prestito al Torino. Il Mattino lo ha intervistato sull’esperienza di Napoli e sulla prossima con l’Empoli.

Pochi giorni fa ha scelto l’Empoli: come mai? «Avevo bisogno di riprendere un po’ di fiducia dopo questo tempo trascorso senza giocare e qui mi hanno fatto capire che mi volevano davvero».

Pronti, via, maglia numero 10, quella che a Napoli è stata ritirata in onore di Maradona: «Non sono uno che ha paura delle sfide, poi la 7 e la 77 erano già impegnate».

Nell’ultimo giorno di mercato è comparsa una sua foto mentre firmava un contratto con il Trabzonspor: cosa è successo? «È stato mio errore. Avevo firmato un precontratto quando ero in Coppa d’Africa con il Marocco, ma è una carta che ho solo io e che non ha alcun valore».

Quando è andato via, il suo procuratore Mino Raiola si è beccato con Sarri. «Raiola ha un carattere diverso dal mio: è più caldo e dice sempre tutto quello che pensa. Per questo ha avuto questo screzio con Sarri, sono cose che capitano nel calcio».

Ma che tipo è Raiola? «Una persona molto schietta e diretta. Con lui si può parlare di tutto fuori dal campo e per me è di grande aiuto».

E invece con Sarri che rapporto ha avuto? «Sempre corretto, forse quest’anno un pochino meno…».

In che senso? «Credo che avrei potuto meritare più spazio e se poi avessi fatto male sarei stato in panchina. Ma invece non ho fatto una partita da titolare in campionato in un anno e mezzo e mi sembra pochissimo».

Altro? «Ci tenevo molto perché l’anno scorso ho dato un contributo anche io per arrivarci. La scelta di avermi fatto fuori non l’ho presa bene».

Litigi? «Mai, perché ho sempre rispettato le sue scelte».

Ci racconti la sua Napoli. «Una città bellissima con dei tifosi straordinari che ti danno tantissimo affetto».

Nello spogliatoio? «Ho un buonissimo rapporto con Jorginho, Mertens, Reina, Koulibaly e Ghoulam. Stavamo spesso insieme. Dopo le triplette di sabato sera ho mandato un messaggio a Marek e Dries. Avevamo un grande gruppo e sono legatissimo a tutti».

Anche a Sarri? «Assolutamente. Quando sono tornato a Napoli ci siamo anche sentiti per telefono».

È nato e cresciuto in quartiere difficile come quello di Molenbeek a Bruxelles, ancor di più difficile per un ragazzo di religione islamica come lei. «Il calcio mi ha aiutato molto sotto questo punto di vista. Nei quartieri così conosci tanta gente e basta un attimo per prendere la strada sbagliata. Sono stato fortunato ad avere una famiglia che mi ha aiutato e supportato e poi ringrazio anche il calcio che mi ha fatto crescere in fretta facendomi diventare più maturo».

La Redazione

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