Si legge sulle pagine del Corriere dello Sport Campania
“Dov’è l’errore? Il rendimento di Dries Mertens quasi quasi fa impallidire anche il costoso Gonzalo Higuain. Per il belga 28 presenze complessive quest’anno, con 20 gol e 10 assist; in campionato 21 apparizioni e 16 gol (6 assist) con il ritmo di una rete ogni 91 minuti giocati ed il momentaneo primo posto nella graduatoria dei bomber della serie A. Le altre 6 presenze e 4 gol (con 4 assist) le ha totalizzate in Champions League. In totale, la media complessiva di stagione è di una rete ogni 94 minuti, praticamente un sigillo tutte le volte che scende in campo. Anche meglio di Higuain che viaggia al ritmo di un gol ogni 106 minuti: dov’è l’errore? Il folletto belga fu acquistato dal Napoli nell’estate del 2013, per 13 milioni al Psv e nella stessa tornata di mercato arrivò anche il Pipita, dietro il versamento di 40 milioni di euro nelle casse del Real Madrid. Una differenza di valori, apparentemente sproporzionata, e che oggi sembra essersi incredibilmente allineata. Messi allo specchio i rendimenti di Mertens e Higuain, viene da chiedersi: ma c’è davvero tutta questa differenza? L’argentino, acquistato dalla Juventus grazie ad un bonifico di complessivi 90 milioni di euro, ha mostrato più volte la sua gioia per essere finito in un club dove potrà vincere (quasi) tutto. “Quasi” perché la Supercoppa è finita nella bacheca del Milan e lo scettro di “re dei bomber” conquistato un anno fa a Napoli, rischia di finire nelle mani di chi non ti aspetti. Nello specifico, di Mertens. C’è proprio lui in testa alla speciale graduatoria, grazie all’innovazione tattica applicata da Sarri e che l’ha reso attaccante centrale dal grande fiuto del gol, come pochi nella massima serie. Un’evoluzione arrivata quasi per caso, e non senza qualche difficoltà, dopo l’infortunio di Milik. La prima gara senza il polacco fu Napoli-Roma (1-3) e Mertens inizialmente non era nell’undici titolare. Partì dal primo minuto nella gara successiva, ma non da centravanti, perché allo Scida ci fu ancora una chance per Gabbiadini, poi espulso dall’arbitro dopo soli 31 minuti. Di lì in avanti (Napoli-Empoli) cominciò a prendere forma il trio dei “puffi” Callejon-Mertens-Insigne, con qualche disagio prima di trovare gli automatismi giusti. Poi Cagliari-Napoli, dopo due sfide “a guardare” (col Sassuolo era in panchina e con l’Inter squalificato) ha segnato la nuova vita da bomber del folletto magico. Otto partite di campionato da quell’11 dicembre in Sardegna e 13 gol messi a segno con una puntualità impressionante, mentre nelle precedenti 13 partite di reti ne aveva segnate solo 3. E adesso Mertens è il leader della classifica marcatori, avendo scavalcato in un sol colpo Icardi, Dzeko, Belotti oltre al suo ex compagno di squadra, che nelle stesse ultime 8 gare, è andato a bersaglio “soltanto” 8 volte. Dies Mertens, prestato al ruolo di attaccante centrale è diventato il migliore, proprio al posto di chi sembrava non potesse mai più essere sostituito dignitosamente, cioè Gonzalo, che ha permesso al Napoli di mettere in cassa 90 milioni di euro e di avere trovato in casa il bomber per sostituirlo: dov’è l’errore? O, per meglio dire: a chi spetta il merito? Ovviamente a Sarri. Sia Higuain che Mertens hanno potuto godere dei meccanismi di gioco che hanno permesso, a loro ma al Napoli tutto, di andare al tiro con una facilità altrove sconosciuta. Le classifiche di rendimento certificano che, dopo l’ultimo turno in Liga ed in Serie A, il Real Madrid e il Napoli sono in testa alla graduatoria europea per i tiri indirizzati nello specchio della porta. Per la precisione, 7,2 di media per singola partita, mentre il Barcellona è terzo con “soli” 6,2 tiri per ogni gara di questa temporada. Il Napoli è l’eccellenza del calcio italiano che può vantarsi in Europa di avere uno dei migliori prodotti in circolazione, materia da studiare e, caso mai, imitare. Il peggio arriva dalla solita difformità che gli arbitri in Italia applicano a seconda delle gare. Inter-Juventus e le polemiche esplose per le decisioni prese (o non prese) da Rizzoli hanno fatto alzare il velo su quanti hanno espresso valutazioni davvero poco condivisibili sui calci di rigore non assegnati all’Inter. Un arbitro in campo può sempre sbagliare, è un essere umano come tutti, però sconcerta vedere come certi ex arbitri riescono a commentare, trasformare i regolamenti a proprio piacimento”.