Il Napoli che ridà luce al calcio italiano ha la forza e il fascino del progetto studiato da De Laurentiis e attuato da Sarri. È il risultato di una crescita cominciata tra il 2007 e il 2010, gli anni in cui arrivarono a Napoli i giovanissimi Hamsik e Lavezzi e quel Cavani diventato straordinario bomber in azzurro, e portata avanti con l’acquisto di tre ex Real, di Reina e Mertens nel 2013. Ma il vero salto di qualità c’è stato con l’allenatore che sembrava destinato alla periferia del calcio e invece, alla prima grande occasione della carriera, ha meravigliato per le sue conoscenze tattiche e il suo talento. Ed ecco che si è creata quella gioiosa macchina da gol (55 in 23 partite), a cui manca ancora qualcosa per essere perfetta: quella ferocia difensiva che ha consentito nelle scorse stagioni alla Juve di porre un invalicabile steccato tra sé e le rivali per lo scudetto. Su questo Sarri sta lavorando, da parte sua e della squadra c’è l’accettazione dell’errore e dei limiti. C’era un grande interrogativo alla vigilia della stagione: come farà il Napoli senza Higuain? De Laurentiis, che aveva già inserito nell’organico il 22enne Milik, ha sfruttato i milioni della clausola pagati dalla Juve per rafforzare la squadra in tutti i reparti. E quando c’è stato il crac del polacco, Sarri ha avuto il colpo di genio, creando l’esaltante e letale tridente leggero, con quel Mertens diventato vero 9. L’attuale organico, dopo il recupero di Milik e l’acquisto di Pavoletti, lascia immaginare prospettive ancora più ampie. Un anno fa c’era un solo modesto cambio a centrocampo, David Lopez; ora vi sono tre talenti purissimi – Zielinski, Diawara e Rog – che rappresentano anche il futuro. Il Napoli da sballo visto sabato aveva in panchina Milik, Pavoletti, Jorginho e Koulibaly; nella ripresa è entrato Giaccherini, che fu uno dei migliori azzurri agli Europei. Queste risorse sono state affidate a un allenatore che non fu la scelta dell’ultimo momento. De Laurentiis, dopo tanti sondaggi, aveva tentato il colpo Conte, ma non vi fu modo di convincerlo a lasciare la Nazionale. Tra il patron e l’allenatore vi sono stati momenti di accentuata freddezza o forte dialettica: anche questi confronti sostengono la crescita della squadra. La possibilità di un saggio turnover è stata quasi sempre considerata da Sarri, meno ostinato sulle scelte rispetto a un ano fa perché è cresciuta qualitativamente la rosa. Non ha la duttilità del collega Allegri, che dopo il ko a Firenze si è inventato la Juve a quattro punte, ma crede fermamente in un sistema di gioco che fa impazzire gli avversari quando vi sono buona condizione fisica e forte concentrazione. Azioni e finalizzazioni dei gol di Bologna sono state tutte di alta qualità, l’esaltazione di meccanismi che Sarri ha difeso di fronte a risultati negativi e a richieste presidenziali di ritoccare il modulo. Anche dopo la vittoria di Bologna, si è ascoltato in un salotto televisivo l’invito a portare campioni a Napoli per vincere lo scudetto: citato Lewandowski, il bomber del Bayern Monaco. Ma davvero il calcio italiano, non soltanto questo club, avrebbe la forza di sottrarre fuoriclasse a Bundesliga, Liga e Premier? Tra gli ultimi arrivati in serie A ci sono stati Higuain e Mertens, entrambi presi dal Napoli nella prima stagione di Benitez. Questo lavoro ha consentito al Napoli significativi risultati, confermati da uno studio del Financial Times che ha stilato la classifica delle squadre europee negli ultimi quattro anni in base a due parametri, monte ingaggi e punti: quella azzurra è la prima in Italia
Fonte: Il Mattino