Intervistato dal Corriere dello Sport:
C’è un giocatore giovane che ti assomiglia? «Secondo me oggi, in serie A, ce ne è uno solo. Abbiamo dei ruoli diversi, però l’unico che mi assomiglia, come inventiva, come qualità, come personalità è Insigne del Napoli. Ha genio, è terrone come me. Rivedo in lui tante cose di me».
Chi è l’allenatore che è riuscito a prenderti meglio? Con cui ti sei trovato meglio personalmente? «Io penso Donadoni, un uomo troppo intelligente. Gli ho fatto passare delle pene, sempre per colpa mia, ma era quello che mi parlava con calma, serenità, mi faceva capire gli errori e mi dava consigli. Mi ha aiutato, mi ha fatto rendere al massimo, mi ha sempre trattato bene. Con grande umiltà, anche se lui era stato un grandissimo calciatore. Come persona mi ha trattato bene, perché lui era una brava persona. Poi gli ho mancato di rispetto dicendo delle cose che lui non meritava, in un momento mio di pazzia. Questa è la prima volta che lo dico: gli ho chiesto scusa, mandandogli dei messaggi. Sono contento che lui abbia accettato le mie scuse. Glieli ho spediti a settembre scorso. Lui è stato felice. La persona che mi ha saputo più prendere, nel mondo del calcio, come allenatore, è stato lui».