La finestra invernale di mercato si è da poco conclusa, senza il botto dell’ultimo minuto. In casa Napoli non ci sono state sorprese e tutto si è svolto come ampiamente previsto. In sostanza, è arrivato Pavoletti per consentire a Gabbiadini di andare a cercare fortuna altrove e si è lavorato per il futuro acquistando il brasiliano Leandrinho, diciotto primavere appena, che farà gavetta, inizialmente, nella squadra primavera. Qualche tassello il diesse Giuntoli ha cercato di incastrarlo in vista della prossima estate ma, ad oggi, non è possibile sapere quanta sostanza ci sia nelle chiacchiere che circolano in queste ore. Con l’avvicendamento tra i due attaccanti, gli azzurri hanno risolto anche il secondo dei tre nodi che andavano sciolti sin dall’estate passata; rimane da scegliere l’erede di Pepe Reina, nonché il suo dodicesimo in prima battuta. Questione di non poco conto che, prima o poi, andrà seriamente affrontata e sarà bene pensarci per tempo. Chi critica oggi Pavoletti, lo fa in maniera miope e superficiale, sia perché l’ex centravanti del Genoa è reduce da un infortunio ed ancora non ha l’autonomia dei novanta minuti, sia perché non è così semplice entrare nel sistema di gioco di Maurizio Sarri. Diamo a Leonardo il tempo di cui necessita ed al tecnico di Figline il tempo per indottrinare l’ultimo arrivato. In mancanza dei veri botti di mercato, si sono scatenati quelli di fantasia ed il Napoli è al centro dell’attenzione. Nelle ultime ore, sui mezzi di informazione si favoleggia di un doppio colpo in attacco in vista del prossimo campionato. La regia della doppia (…fantomatica…) operazione sarebbe Mino Raiola, il re dei procuratori, che dovrebbe portare Balotelli e Ibrahimovic alla corte del patron Aurelio De Laurentiis. È inutile, a mio avviso, addentrarsi in discorsi di stipendi, cifre e altri numeri, poiché il discorso Ibra nemmeno può stare in piedi. Sebbene il bomber svedese sia particolarmente imprevedibile e nonostante abbia espresso il suo gradimento per la piazza napoletana, risulta davvero difficile credere che lo si possa vedere con la maglia azzurra. Diverso potrebbe essere il discorso legato a Mario Balotelli, che a Nizza ha trovato la sua dimensione ottimale e sta guidando la sua squadra alla conquista dello scudetto di oltralpe, a suon di gol. Se super Mario mette la testa a posto diventa il numero uno: questo è sempre stato l’adagio che ne ha accompagnato le sue stagioni milanesi. In Francia, sembra aver finalmente deciso di diventare uomo maturo e le doti tecniche non hanno tardato a farsi vedere. Tuttavia, sebbene il suo acquisto sarebbe cosa ben diversa e più possibile rispetto a quello di Ibra, anche questa voce di mercato sembra più una bella favola che qualcosa di diverso. Nel mercato di gennaio Napoli ha salutato Gabbiadini ed El Kaddouri e non sono mancate le polemiche ed i veleni, particolarmente verso Sarri. Gabbiadini, nelle sue righe di congedo rivolte a Napoli, ha salutato e ringraziato tutti, fuori che il tecnico nativo di Bagnoli. Sulla stessa lunghezza d’onda si è piazzato El Kaddouri, anche se con toni ben più pacati. D’altronde, il fantasista (?) finito all’Empoli ha avuto più chances rispetto all’attaccante bergamasco. Ma non solo i partenti hanno sprizzato gocce di veleno, anche chi è rimasto non l’ha mandata a dire. Giaccherini, che avrebbe voluto giocare di più e cercare di farlo altrove, è rimasto in azzurro. Per quanto sia legittimo il desiderio di giocare, credo che i patti fossero chiari: Giaccherini deve essere la riserva di un certo Callejon e per un calciatore che ha già superato la trentina e non ha vinto granché da protagonista, credo che la condizione che vive in azzurro possa essere accettata di buon grado. Apprezzabili le parole del suo procuratore, tese alla distinzione degli animi, in estate si vedrà. Parlando di calcio giocato e di campionato, gli azzurri sono chiamati a cancellare il mezzo passo falso commesso con il Palermo e lo dovranno fare sul campo del Bologna, storicamente ostico verso i nostri colori. Avanti Napoli, Avanti!
Riccardo Muni